Casa Montecarlo, Frattini si difende: "Mosse ufficiali"
Il ministro degli esteri rivendica la legittimità degli incontri con Santa Lucia. Bocchino rincara la dose: "Lei è un reo confesso" / VIDEO
La richiesta dei documenti al governo di Santa Lucia sull'ex casa di An a Montecarlo è avvenuta nella piena legalità. Così si è difeso il ministro degli Esteri Franco Frattini, questa mattina alla Camera dei deputati per riferire anche sulle rivolte in Egitto. Frattini ha sottolineato che "Per fugare, anche sul fronte internazionale, ogni dubbio suscitato da false ricostruzioni sulla manipolazione del documento" sulla casa di Montecarlo e per "tutelare l'immagine dello Stato italiano, ho ritenuto di chiedere alle autorità di Santa Lucia l'autenticità dell'atto emesso dal ministero della giustizia di quel Paese". Frattini ha inoltre ribadito la competenza della Farnesina nel chiedere "chiarimenti a un governo straniero". Il video di Frattini in aula. INCONTRO FORMALE - Il ministro degli esteri ha spiegato in aula che nei giorni in cui scoppiò il caso della casa ex An a Montecarlo, si trovava a New York per l'apertura dell'assemblea generale dell'Onu. "A margine dei lavori, ho tenuto 30 incontri formali e una ventina di incontri informali e ho ritenuto doveroso preavvertire personalmente e direttamente, vista la sua presenza, il primo ministro di Santa Lucia al quale ho detto che avrei scritto formalmente per chiedere la conferma dell'autenticità del documento contestato". Il premier, ha aggiunto Frattini, "prese atto riservandosi di esaminare la richiesta, effettuata con una lettera ufficiale alcuni giorno dopo il 6 ottobre del 2010, trasmessa al governo di Santa Lucia attraverso le rispettive rappresentanze presso le Nazioni Unite non essendoci sedi diplomatiche italiane" nel Paese. Il premier di Santa Lucia, ha aggiunto Frattini, "ha ritenuto di rispondere con una lettere e degli allegati pervenuti il 28 dicembre al gabinetto e visionati al mio rientro dopo le festività". La risposta, ha ribadito Frattini, "era esattamente quella di conferma dell'autentiticità del documento del ministro della Giustizia". "Confermo di aver inviato la lettera e la documentazione alla procura. Ho ritenuto di valutare quegli atti e di trasmetterli alla procura come atto di corretta collaborazione tra istituzione e non come notizia di reato", ha puntualizzato il ministro. "Non un atto compiuto per individuare un reato, ma per stabilire se vi fosse stata la manipolazione del documento". Frattini ha spiegato di ritenere "doveroso il riserbo sul contenuto della documentazione a disposizione degli organi giurisdizionali" ma ha confermato "l'autenticità di tale documentazione" che ha "eliminato qualsiasi di qualsiasi interferenza e manipolazione che indicazioni giornalistiche e politiche avevano fatto sorgere in quel momento". LA REAZIONE DEI FINIANI - La risposta di Franco Frattini non ha però soddisfatto le opposizioni, in particolare i deputati di Futuro e libertà. I finiani contestano il ruolo avuto dal governo nella gestione delle carte di Santa Lucia e su quello di Gianfranco Fini nella vicenda. Benedetto Della Vedova ha illustrato le ragioni di chiarimenti chiesti dai finiani; Massimo Corsaro del PdL ha invece difeso la correttezza del ministro degli Esteri che spiega di essersi mosso per fugare dubbi di falso. Al termine della risposta del titolare della Farnesina, ha però preso la parola il capogruppo Fli alla Camera Italo Bocchino, che in Aula ha accusato Frattini di essere "reo confesso di un'attività di dossieraggio".