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Premier: "Stop a Consulta che blocca Parlamento"

Berlusconi a tutto campo. Giustizia: "Se l'Aula legifera non può essere ostacolata dalle toghe". Intercettazioni: "Presto la legge". Elezioni: "Un male per il Paese". Accelerata sul federalismo: "Avanti con la grande riforma". Su Fini: "Meglio senza di lui"

Andrea Tempestini
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Silvio Berlusconi accelera sul federalismo, chiude la porta a ogni ipotesi di elezioni anticipate, rimarca gli eccessi di potere di toghe e Corte Costituzionale e attacca la "sinistra statalista che distrugge il lavoro e il futuro". Il Cavaliere ha parlato in mattinata in un collegamento telefonico al convegno del Forum nazionale antiusura bancaria, organizzato da Domenico Scilipoti, il deputato che ha lasciato l'Idv per passare ai Responsabili. Nel pomeriggio ha preso parola all'assemblea lombarda dell'Alleanza di Centro. FEDERALISMO - Il premier è attivo su tutti i fronti: ieri sera la telefonata al Pdl di Fabriano, sabato mattina l'apertura alla Destra di Francesco Storace e quindi il primo dei nuov interventi. "Andremo avanti con la grande riforma del federalismo fiscale", ha assicurato Berlusconi al Movimento di responsabilità nazionale. Il Cav accelera su tutti i fronti: "Riformeremo il fisco con una grande operazione che permetterà di avere un unico codice fiscale e che ridurrà il prelievo sulle imprese". Al centro dell'attenzione, ancora "l'articolo 41 della Costituzione" e la necessità di rivederlo per "cancellare il Medioevo" nel quale si torvano ad operere le imprese. Serve insomma "un piano straordinario per dare al cavallo dell'economia una grande frustata: la ripresa è iniziata, ma da noi è ancora lenta". Quindi una battuta sulle ipotesi di voto anticipato: "Sarebbero un grave danno per l'Italia". IL RAPPORTO CON LA LEGA - Dopo le parole sul federalismo, quelle sul partito principale artefice della riforma, la Lega Nord, definito "un alleato solido: è sempre stato un alleato leale". Il Cavaliere ha poi ribadito come tra gli alleati ora figuri anche la Destra di Storace, esattamente come il gruppo dei Responsabili, "che è la terza forza che darà alla nostra maggioranza la possibilità di lavorare bene in Parlamento". OPPOSIZIONE - Poi l'affondo contro l'opposizione, che secondo il Cavaliere è "statalista". La patrimoniale, attacca Berlusconi, "è purtroppo l'unica idea che la sinistra ha partorito, come hanno dimostrato gli interventi recenti di personaggi influentui della sinistra, come Giuliano Amato, Pietro Ichino, ma anche Walter Veltroni". Infatti, spiega il presidente del Consiglio, "ho sentito quel che ha detto al Lingotto, ha confermato di volere la patrimoniale".   L'imposta sui patrimoni "è un'idea da Prima repubblica- denuncia Berlusconi- e di quei suoi ultimi rappresentanti, i professionisti della politica da più di 30 anni, che ora hanno costituito il cosiddetto Terzo polo". La sinistra, inoltre, "è rimasta comunista e invidiosa". Ma nonostante tutto, ha ribadito il Cav, "ho la pelle dura e vado avanti". Duro attacco anche nei confronti della magistratura: "Le intercettazioni non sono da Paese libero", ha ricordato il premier. "STIAMO MEGLIO SENZA FINI" - Nel pomeriggio di sabato il premier è intervenuto telefonicamente anche all'assemblea lombarda dell'Alleanza di Centro, e ha spiegato che, dopo la fuoriuscita di Fini dal Pdl, il partito si è rafforzato e le riforme sulla giustizia che prima erano bloccate adesso andranno avanti. "Stiamo preparando", ha spiegato Berlusconi, "quella riforma che Fini e i suoi ci bloccavano. Presenteremo presto in Parlamento una legge in cui le intercettazioni possono essere autorizzate solo in indagini che riguardano reati come omicidio, pedofilia, criminalità organizzata e terrorismo internazionale". Il presidente del Consiglio continua: "Oggi non siamo più bloccati nella presentazione delle riforme sulla giustizia. Possiamo lavorare e andare avanti per cambiare quelle cose che non vanno e non possiamo tollerare. Non c'è libertà in un Paese in cui telefoni e non hai la certezza della inviolabilità della tua conversazione. Questo rappresenta la barbarie. E' il contrario della libertà". IL POTERE DELLE TOGHE - Il Cavaliere si è poi scagliato contro le toghe: "Quando il Parlamento fa una legge non deve esserci la possibilità di avere il pm che la impugna e la Corte costituzuionale che la abroghi in osservanza dei desideri del pm". Il premier ha parlato dell'imminente riforma della giustizia che presto sarà presentata. Un'altra cosa che secondo il Cav dovrà essere cambiata è la durata dei processi: "Non è possibile accettare che un cittadino sottoposto a processo, una volta assolto, possa essere richiamato per lo stesso reato in Cassazione. I pm lo fanno sempre per puntiglio o antipatia politica". Questa situazione "è inaccettabile. Noi questa legge l'abbiamo già fatta", ha ricordato, "ma come tutte quelle che non piacciono ai pm, la Corte costituzionale, che è composta da 11 giudici nominati dalla sinistra e solo 4 dal centrodestra, l'ha abrogata".

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