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Atalanta, indagato un altro leghista: il tradimento a Maroni

Dopo l'assessore Belotti, nei guai il sindaco di Gandosso, Maffi: aiutava gli ultrà violenti combattuti dal ministro

Andrea Tempestini
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C'è anche Alberto Maffi, 27enne sindaco leghista di Gandosso (Bergamo), tra i 104 indagati dalla Procura di Bergamo sugli episodi di violenza che tra settembre 2009 e agosto 2010 hanno visto protagonisti gli ultras dell'Atalanta. Secondo l'accusa dei pm, era proprio Maffi a fare da vedetta ai capi ultrà e ad avvertirli dell'arrivo della polizia nei pressi dello stadio, durante gli scontri. Decisive le intercettazioni telefoniche alla vigilia della partita Atalanta-Inter. Dopo quella gara, c'era stato un fitto scambio di sms e telefonate tra il giovane sindaco e il capo della curva, Claudio Galimberti, famoso come il Bocia. Il capoultrà, in caserma per firmare il Daspo, chiedeva al sindaco di avvisarlo delle mosse sia delle forze dell'ordine sia dei tifosi avversari. Dal piazzale dello stadio, Maffi scriveva: "Ci sono i blu (riferito alla polizia, ndr) lì dentro, rischio trappola". Ora dovrà rispondere di concorso in associazione per delinquere. TRADIMENTO A MARONI - Maffi non è il solo esponente leghista a 'tradire' il ministro della Giustizia Roberto Maroni, che ha negli ultimi anni legato il Carroccio ad una imponente politica anti-violenza negli stadi, con l'introduzione della tessera del tifoso e la tolleranza zero negli impianti. Non a caso, la Procura accusa gli indagati anche per la contestazione allo stesso Maroni che lo scorso agosto alla Berghem Fest erano culminate con il lancio di bombe carta e l'incendio di alcune automobili. Nella rete dell'inchiesta è finito anche un pezzo grosso della Lega in Lombardia, l'assessore regionale al Territorio Daniele Belotti. Secondo l'indagine coordinata dal pm Carmen Pugliese della procura di Bergamo, Belotti sarebbe "l'ideologo della tifoseria nerazzurra", il "trait d'union con le istituzioni" e il "consigliere personale" del leader indiscusso della Curva Nord Galimberti. Alcuni dei comunicati degli ultras, hanno sostenuto gli investigatori, erano stati scritti e inviati dal computer di Belotti, che si era difeso dicendo di essersi limitato a leggerli e correggere gli errori. Al politico è contestato il concorso esterno nell'associazione per delinquere. LA PERQUISIZIONE - La notte tra lunedì e martedì è stata portata a termine la perquisizione di 35 soggetti ritenuti responsabili di rissa, danneggiamento, lancio di oggetti contundenti, radunata sediziosa, lesioni e minaccia. Tutti i reati sarebbero stati commessi sia nel corso di manifestazioni calcisitiche, sia durante altri eventi. Tra gli indagati, spicca il nome In una nota della Procura è stato spiegato che l'operazione ha consentito di sequestrare "cospicuo materiale rilevante ai fini delle indagini", tra cui lanciarazzi, fumogeni, mazze da baseball, sfollagente e telescopici, cinture provviste di bulloni e passamontagna.

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