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Roma come Hollywood, in mostra la moda di Fernanda Gattinoni

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La Capitale rivive i fasti di quanto era considerata la Hollywood sul Tevere grazie alla mostra che espone gli abiti delle dive firmati da Fernanda Gattinoni

domenico d'alessandro
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Se Roma è quella che è oggi lo deve anche ad alcuni fenomeni di costume che hanno caratterizzato il suo passato.  Per carità, i gioielli architettonici ce li ha regalati la sua lunga storia, ma la magia, quel friccicorio tipicamente romano, ha viaggiato per il mondo a cavallo di alcune pellicole storiche e conosciutissime ovunque, come “Roma città aperta”, “Vacanze Romane” o anche “La dolce vita”, che hanno tessuto sulla città Eterna il manto glamour e fascinoso che tutti ancora cercano tra i monumenti della Capitale. Erano anni d'oro quelli in cui Cinecittà era universalmente riconosciuta come la ‘Hollywood sul Tevere', qui sbarcavano star internazionali , ed erano immediatamente inseguite da paparazzi e fans, da qui passavano le varie Ingrid Bergman, Audrey Hepburn, Lana Turner  e Kim Novak, e tra un ciak e l'altro non dimenticavano di riservare qualche visita alle maison più rinomate, per assicurarsi un po' di quel made in Italy che stava diventando proprio in quegli anni sinonimo di stile ma anche di eccellenza.  All'epoca in cui Roma sembrava l'America, la moda diventava grande anche grazie a Fernanda Gattinoni che nel suo atelier riceveva first ladies e ambasciatrici. TRA MODA E CINEMA - Il rapporto privilegiato della stilista con il cinema lo racconta una mostra che finalmente, dopo aver fatto innamorare Parigi, arriva a Roma in occasione di AltaRoma. Si tratta di “Fernanda Gattinoni- Moda e stelle ai tempi della Hollywood sul Tevere” curata da Sofia Gnoli e custodita in un piccolo gioiello della Capitale, il Museo Boncompagni Ludovisi, dove rimarrà fino al 10 marzo. Qui il glamour del cinema anni '50 riprende vita grazie ad un'esposizione contenuta ma esaustiva di 23 abiti e immagini di archivio della maison. Ci sono i vestiti di Ingrid Bergman -presentata alla stilista da Roberto Rossellini- la prima di una lunga serie di dive del cinema ad orbitare nell'atelier- che vestiva Gattinoni sia sul set (“Europa 51”, “Viaggio in Italia”, “Fiore di Cactus”) che nella vita privata, ci sono quelli di Lana Turner e Kim Novak, e ci sono quelli – tutti rigorosamente neri, proprio come piacevano a lei- di una delle attrici simbolo del cinema italiano, Anna Magnani, legata alla stilista da un solido rapporto di amicizia nato proprio tra un ricamo e l'altro. Quello che sorprende a guardare la mostra è l'incredibile attualità di alcuni abiti realizzati più di 50 anni fa, e forse è questo il segreto della couture, la capacità di conferire eternità anche a semplici vestiti. LO STILE IMPERO - E pensare che si deve a Fernanda Gattinoni lo “stile impero” così come lo conosciamo. L'idea le venne  nel 1955 mentre realizzava i costumi di “Guerra e pace” per Audrey Hepburn, un'impresa che amò tanto da spingerla a proporre la linea Natascia, costruita proprio rielaborando quello stile. La collezione ebbe tanto  successo che persino la Hepburn non riuscì a trattenersi dall'acquistare diversi capi, rompendo così l'esclusiva di fatto che aveva suggellato con Givenchy (firma dell'iconico abito di “Colazione da Tiffany”).  Proprio a “Guerra e Pace” è dedicata un'intera sezione della mostra.  Non poteva essere altrimenti in effetti, l'impresa valse a Maria De Matteis, costumista della pellicola, una nomination all'Oscar, e fece dell'attrice una delle frequentatrici più assidue dell'atelier, non un'amica, “troppo perfettina” per la pratica Fernanda, ma comunque un'ottima ambasciatrice dello stile elegante e sofisticato proposto dalla stilista che non restava indifferente davanti alla sua grazia “aveva un fisico eccezionale. Alta e snella, qualsiasi abito indossasse diventava essenziale e luminoso come un gioiello”.   di Donatella Perrone

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