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Il Pd tocca il fondo: con Ruby infanzia violata

Sparata dei democratici: Parlamento faccia luce su "vicenda personale" della ragazza. Vogliono anche portarla in Aula / CALESSI

Privitera Andrea
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Minorenne è minorenne, si saranno dette. E allora perché non chiedere conto alla Commissione bicamerale per l'Infanzia della vicenda che ha per protagonista Karima El Mahroug, al secolo Ruby Rubacuori? Succede così che il 18 gennaio 2011 due parlamentari del Partito democratico, Sandra Zampa, già capo ufficio stampa di Romano Prodi, e Anna Maria Serafini, moglie di Piero Fassino, e una dell'Italia dei Valori, Giuliana Carlino, scrivono una lettera al presidente del suddetto organismo, Alessandra Mussolini. Dove si sollecita «un'indagine conoscitiva» sulla giovane al centro dell'inchiesta per cui è indagato il presidente del Consiglio. La Mussolini rende nota la cosa: «Robe da pazzi, l'opposizione mi ha chiesto di portare in audizione Ruby...». L'ufficio stampa nel Pd cade dalle nuvole: nessuno era a conoscenza dell'iniziativa. Gli uffici della Commissione, però, confermano: dalla missiva inviata si deduce che le colleghe dell'opposizione chiedono un'audizione di Ruby, anzi Karima. Poco dopo l'ufficio stampa dei democratici a Montecitorio si affretta a precisare che «il gruppo del Pd non ha mai fatto richiesta di audire Ruby in Commissione infanzia». E che «le notizie diffuse in questi minuti sono destituite di ogni fondamento». TUTELA DEI 'MINORI' - La lettera, però, c'è. E Libero ne è venuto in possesso. «I fatti  resi noti nei giorni scorsi dai media in relazione alla vicenda che ha riguardato Karima El Mahroug», si legge, «hanno destato in noi profonda preoccupazione circa il funzionamento delle istituzioni preposte alla tutela dei minori. Preoccupazione aggravata dalla condizione di straniera della giovane in questione». Per questo si chiede alla Mussolini, presidente della Commissione per l'infanzia, di «avviare un'indagine conoscitiva volta a valutare il funzionamento delle istituzioni preposte alla tutela dei minori». E qui il passaggio centrale: «A tal fine sarebbe opportuno conoscere quale sia stata la vicenda personale della giovane Karima El Mahroug». E da chi, se non da lei? Solo Karima o un suo parente, infatti, possono far luce sulla sua «vicenda personale». L'insolita richiesta è motivata così: «Ci si chiede come possa essere accaduto che un'adolescente abbia potuto muoversi in condizioni di precarietà, da una città all'altra, frequentando ambienti non consoni a un minorenne e vivendo a quanto si apprende prostituendosi». Le tre parlamentari vogliono poi «un confronto sui modelli culturali della nostra società per verificare se essi (ci riferiamo a messaggi televisivi e modelli di comportamento come il "velinismo") non stiano impedendo la crescita armonica dei più giovani». PURE L'UDC - Oltre a questa lettera, ce n'è una di Luisa Santolini, deputato dell'Udc. Diversa, ma uguale nel passaggio in cui si definisce «opportuno conoscere la vicenda personale» di Ruby. E perciò si associa alla richiesta di un'indagine conoscitiva sul tema.  Dopo la presa di distanza del Pd, Zampa si è affrettata a spiegare che nessuno ha mai pensato di convocare Ruby o Karima che sia. «Noi», spiega a Libero, «abbiamo solo chiesto di verificare come funzionano le istituzioni a tutela dei minori. Come è possibile che un minore passi da una casa di accoglienza all'altra senza che nessuno dica niente?». Ma Kadima non la vogliono portare a Montecitorio. «È nelle mani della magistratura». Tra l'altro non ha mai detto di essere una prostituta. Zampa: «Pensa di non esserlo, ma questo non vuole dire niente».  L'indagine conoscitiva, spiega, potrebbe svilupparsi con audizioni dei direttori degli istituti per i minori e dei responsabili della Questura «perché vorremmo capire come mai un minore è stato mollato per strada». E il passaggio sul «velinismo», sui «modelli culturali»? Chi potrebbe far luce su questo? Antonio Ricci? «Ma non scherziamo», dice Zampa, «educatori, genitori». Sempre che la richiesta sia giudicata ammissibile. Sarebbe un bel modo per processare Berlusconi direttamente a Montecitorio. di Elisa Calessi

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