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Pisanu: "45 casi mafia-politica alle regionali 2010

Il presidente commissione antimafia: "Criminalità sempre vicina agli amministratori locali ma in due anni duri colpi"

Giulio Bucchi
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Quarantacinque violazioni al codice di autoregolamentazione antimafia alle elezioni regionali del 2010. E' lo sconfortante bilancio reso noto dal presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Pisanu, secondo la cui relazione 11 casi hanno riguardato candidati eletti e 34 candidati non eletti. Sullo stato dei procedimenti nei loro confronti, risulta che 25 sono definitivi, 15 non definitivi e 5 da approfondire. Il rapporto mafia-politica è, ancora una volta, soprattutto locale: "Sedici dei 45 segnalati risultano candidati in liste di rilevanza nazionale, altri 4 in liste civiche con espliciti riferimenti a partiti nazionali ed i restanti 25 in liste civiche locali - spiega Pisanu -. Il 55,5% delle violazioni, dunque, si verifica su liste squisitamente locali", a conferma del consolidamento della criminalità organizzata negli ambiti comunale e regionale. Vicinanze bipartisan e locali, sì, ma con prevalenze geografiche ben precise: "Esclusivamente nelle regioni dell'Italia centro-meridionale con assoluta prevalenza della Puglia, della Campania e della Calabria". "Vicende giudiziarie anche recenti - ricorda l'ex ministro degli Interni - ci hanno rivelato lo spettacolo non certo inconsueto di candidati che si offrono ai boss mafiosi in cambio del loro sostegno elettorale. Sappiamo che in genere le mafie non fanno politica, ma se ne servono a tutti i livelli. Non propongono candidati, ma utilizzano gli eletti, pronte a sostenerli successivamente per i servigi resi, come a punirli per le promesse non mantenute". IL LATO POSITIVO - Per Pisanu, però, "45 violazioni del codice su decine di migliaia di candidati alle elezioni del 2010 sembrano poca cosa". Negli ultimi due anni si sono registrati oltre 60 fatti di cronaca che hanno implicato politici e mafiosi: arresti, condanne, infiltrazioni nelle amministrazioni locali e negli appalti pubblici, scioglimenti di consigli comunali. Però, conclude Pisanu, le 45 violazioni "non costituiscono un buon indicatore di mafiosità. Se si sono 'inabissate' le cosche si sono anche 'inabissate' le loro relazioni con i mondi della politica e degli affari".

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