Gemelline, lettera del padre: "Le ho uccise, ora muoio"
Missiva alla madre: "Alessia e Livia riposano in pace". Precipitano le speranze di trovarle vive. Avvelenamento?
''Ho ucciso Alessia e Livia e mi sto per suicidare. Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto''. Secondo quanto si apprende da fonti investigative, sarebbe questo il passaggio-chiave delle due lettere che il padre delle gemelline scomparse, Mathias Schepp, avrebbe scritto e inviato alla moglie Irina prima di togliersi la vita a Cerignola. Parole che lasciano ben poche speranze sulla sorte delle due bambine di 7 anni, anche se gli investigatori proseguono tuttora le loro indagini. "A BASTIA ERA SOLO" - L'altro elemento che preoccupa i familiari e gli inquirenti è che Matthias Schepp sarebbe stato visto al porto di Bastia mentre si imbarcava su un traghetto per Tolone. Secondo la testimonianza, l'uomo era da solo, senza le due gemelline. La testimonianza avvalora anche l'ipotesi che l'uomo abbia spedito in Svizzera un pacco da un piccolo ufficio in provincia di Marsiglia. Nessuno ancora conosce il contenuto del pacco ma subito dopo l'affrancatura la targa della macchina di Schepp sarebbe stata fotografata alla barriera di Ventimiglia in entrata in Italia. IL BAR - Nel pomeriggio di giovedì sono state viste e riviste le immagini delle telecamere del bar in cui Oriana Scelsi, titolare dell'esercizio all'ingresso di Cerignola, ma non era si è trovata nessuna traccia delle gemelline. Dalle indagini è uno scenario ancor più inquietante: dall'analisi del computer di Scheppes si è scoperto che, oltre ai siti delle compagnie di navigazione tra Marsiglia e Propriano, in Corsica (la tratta durante la quale Schepp avrebbe potuto gettare le figlie in mare), l'uomo ha visitato dei siti ricchi di consigli su metodi e materiali per l'avvelenamento. Ne è seguita la terribile ipotesi investigativa: le due piccole potrebbero essere state avvelenate. LA RICOSTRUZIONE - Tornando alla testimonianza delle donna del bar - che dopo l'arrivo delle lettere del padre si è ulteriormente sgonfiata - la donna afferma che il padre, dopo aver parcheggiato l'auto in seconda fila è entrato con le figlie nel bar chiedendo dove fosse il bagno. Mentre una delle gemelle ha atteso nel locale, il genitore e l'altra figlia si sono diretti in bagno, e sono usciti pochi minuti dopo. Tutti e tre poi si sarebbero fermati ad un tavolo per bere un bicchiere di acqua. Secondo la donna, le bambine non avrebbero mai parlato e sembravano molto stanche. Poi il padre avrebbe detto che dovevano andare via subito, altrimenti avrebbero perso il treno. Secondo la signora Scelsi l'uomo parlava in italiano, ma con accento straniero, come se fossero del nord Italia. Una storia che però non trova conferme da parte della polizia. Gli investigatori avrebbero visionato più volte i filmati del servizio di videosorveglianza del bar, non trovando alcuna traccia dell'uomo e delle figlie. Inoltre gli investigatori chiariscono che sono stati visti non solo le registrazioni del 3 febbraio, giorno in cui Matthias Schepp si è suicidato, ma anche i filmati dei giorni precedenti. In nessun fotogramma c'è traccia dell'uomo e delle due figlie. IL REGISTRATORE - Le indagini si concentrano anche sulla ricerca di un registratore, che Schepp aveva sempre con se. L'apparecchio si pensava avesse potuto contenere un messaggio lasciato dall'uomo che chiarisca la sorte delle figlie. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe potuto spedire il registratore alla moglie, esattamente come ha fatto con i soldi ritirati il 31 gennaio e con le lettere arrivate nella serata di giovedì.