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La Consulta in trincea: "Un'offesa chiamarci parziali"

Il Presidente della Corte Costituzionale De Siervo si difende: "Siamo moderati". Il vice del Csm Vietti: "Nessuna finalità eversiva"

Privitera Andrea
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Secondo il presidente della Corte costituzionale Ugo De Siervo è gravemente offensivo dire che i giudici della Corte Costituzionale non sono un organo imparziale. Lo scenario di questa dichiarazione è stato incontro annuale della Consulta con la stampa, un palco mediatico importante per lanciare una difesa contro le accuse di faziosità.  "Le continue reiterazioni di valutazioni del tutto infondate - ha osservato De Siervo - a proposito del fatto che i giudici di questa Corte giudicherebbero sulla base di loro asserite appartenenze   politiche, mi obbliga ancora una volta a ricordare che i giudici costituzionali sono appositamente scelti da organi diversi, tra i più  rappresentativi delle nostre istituzioni ed entro categorie   professionali particolarmente qualificate, in modo da garantire la   loro più larga indipendenza di giudizio". "NESSUN BOLSCEVICO" -  De Siervo ha quindi proseguito entrando più nello specifico: "Di bolscevichi qui non ce ne sono. La cosa ci fa un pò sorridere anche perchè molti di noi sono molto moderati. Ma evidentemente siamo stati ribattezzati". Così il presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo risponde ai giornalisti che gli chiedono come facciano i giudici della Consulta a lavorare serenamente, essendo giudicati in sostanza come 'un'accolita di bolscevichi'. VIETTI: "APPLICHIAMO LE REGOLE" - Nel pomeriggio ha parlato, sulla scia di quanto detto da De Siervo, anche il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti. Secondo il numero due della Cassazione, questa istituzione "non coltiva 'finalita eversive' ma svolge una funzione silenziosa di applicazione delle regole". Vietti, parlando durante la commemorazione dell'assassinio del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet, ucciso dalle Br nel 1980, ha ricordato che "le vere finalità eversive erano quelle del terrorismo degli anni '70 ed '80, per opporsi alle quali la magistratura come Bachelet, ha pagato un altro tributo di sangue. La Magistratura - ha aggiunto Vietti - è al centro dell'attenzione ed è pervasa da un profondo malessere, oggetto com'è di quotidiani attacchi anche da parte di chi, per ruolo istituzionale, dovrebbe preoccuparsi di evitare la reciproca delegittimazione". "IMPOSSIBILE PROCEDERE CON RIFORME" - Il vicepresidente del Csm, poi, osserva: "E' inevitabile constatare che non si coglie ancora, né sembra prossimo, il clima politico per riflessioni serene ed equilibrate su snodi istituzionali di tale delicatezza e centralità dell'attuale impianto costituzionale. La nostra Costituzione - conclude Vietti - è stata frutto di un progetto largamente meditato e condiviso: ovviamente ogni soluzione può essere posta in discussione e modificata, è proprio della politica questo compito, ma per sostituire un progetto meditato e condiviso ne occorre un altro non meno meditato e condiviso".

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