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Le rane, Craxi e Andreotti. I deliri di Fini contro il Cav: "La ricreazione è finita"

Lo sfratta pure il partito: via il nome dal simbolo. Bondi: "E' come un piromane, appicca il fuoco alle riforme"

Andrea Tempestini
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Mentre perde pezzi e consensi - come "perde" il nome dal simbolo del partito - il leader futurista Gianfranco Fini, tra citazioni politiche, paralleli storici e frasi fatte, torna a parlare. Questa volta lo fa con l'editoriale per il bimestrale della fondazione FareFuturo, che sarà presentato domani a Milano. "La ricreazione è finita", spiega Gianfranco, "e non ci sono più scuse per la politica del giorno per giorno, del circo mediatico, della rissa permanente. Al di là di quello che dicono le cifre", che secondo gli ultimi sondaggi citati dal premier Silvio Berlusconi sembrano segnare l'inesorbaile e rapido declino di Futuro e Libertà, "il punto vero e drammatico è che la politica italiana ha bisogno di un salto di qualità e di mentalità. Deve passare dalle enunciazioni e dagli annunci ai fatti e all'operatività. E deve compiere un simile passo nel più breve tempo possibile perchè il futuro è già cominciato nei Paesi dell'area più avanzata del mondo". GIANFRANCO E LA RANA - Il leader della pattuglia futurista scomoda anche Giulio Andreotti e Bettino Craxi: "Rimboccarsi le maniche? Alcuni sicuramente diranno 'ma chi ce lo fa fare?', memori forse dei tempi in cui Andreotti diceva 'tanto in Italia tutto s'aggiustà e Craxi affermava 'la nave và. Mi dispiace per lorsignori, ma quei tempi non torneranno più, nel bene e nel male". Poi l'acuta metafora: "Il rischio è quello di fare la fine della rana nella pentola: immersa, con l'acqua che si riscalda molto lentamente, all'inizio si trova bene, ma quando l'acqua comincia a scottare non ha più le forze per saltare fuori". Chissà se il riferimento è a se stesso. Poi Fini specifica: "La morale della favola è semplice: non c'è alternativa a una politica ambiziosa e profondamente riformatrice. Serve una rivoluzione etica e culturale molto più profonda di quanto si pensi. Fingendo che vada tutto bene, l'Italia rischia di fare la fine della rana nella pentola". PARTITO AD PERSONAM - Per ultimo, Gianfranco tira in ballo Konrad Adenauer - storico esponente della Cdu tedesca e tra i "padri fondatori" dell'Unione Europea - per sottolineare come "i partiti esistano non per se stessi ma per il popolo. Sembra un'affermazione scontata", continua, "ma risulta assai meno ovvia se applicata all'Italia di questo inizio di decennio. Da molto tempo la politica pare ripiegata su se stessa" conclude Fini, che però, il partito ad personam, se l'è creato soltanto qualche giorno fa. BONDI: "FINI, IL PIROMANE" - Il primo a replicare alle parole di Fini è stato il ministro della Cultura, Sandro Bondi: "Una linea politica fondata sulla menzogna non conduce da nessuna parte. Questo vale soprattutto per Fini, che anche oggi sostiene delle tesi manifestamente false sia riguardo all'impegno riformatore realizzato dal governo in questi anni sia per quanto riguarda il giudizio sulla situazione politica in cui si trova l'Italia". Il coordinatore del Pdl ha aggiunto: "Oltre a fondare una politica su tesi che mistificano la realtà, Fini si comporta alla stregua di quei piromani, che prima appiccano il fuoco e cioè fuor di metafora ostacolano le riforme e producono irresponsabili lacerazioni politiche, e poi si presentano nei panni dei vigili del fuoco chiamati a spegnere l'incendio".

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