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Sparata di Italo: "Cav ostaggio della Lega"

Video di Belpietro: "Fini in pensione". Fli perde pezzi, ma Bocchino fa finta di nulla: "Il nostro gruppo al Senato c'è ancora". Sull'Unità: "Pdl umiliato dal Carroccio"

Andrea Tempestini
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Futuro e Libertà assomiglia sempre di più alla Fortezza Bastiani di buzzatiana memoria. Pochi soldati rimasti a tenere la guardia contro il nemico Silvio Berlusconi, manipoli in fuga e soprattutto una rinascita sempre vicina, a parole, e mai così lontana nei fatti. Il partito di Gianfranco Fini sta perdendo pezzi importanti (i futuristi Menardi, Pontone e Saia sulla lista dei partenti, e anche i deputati big Ronchi e Urso pensano a progetti alternativi) e, soprattutto, ha perso l'appoggio di Casini e l'eventuale sponda del Pd. Ma Italo Bocchino, come l'ultimo giapponese che continuò a combattere ignorando che ormai la seconda guerra mondiale era persa, fa spallucce e diche che "Fli crescerà". Poi nel pomeriggio, piuttosto che pensare ai suoi problemi, spara ad alzo zero contro Berlusconi: "Il Pdl è ostaggio della Lega. Considerato lo scenario, come ha notato il direttore di Libero Maurizio Belpietro con ironia, al presidente della Camera Gianfranco Fini (che ieri ha parlato addirittura di corruzione da parte di Berlusconi nei confronti dei suoi ex uomini) non resta che vivacchiare fino alla fine della legislatura per poi abbandonarsi ad un destino alla Fausto Bertinotti: la pensione, sia pur d'oro. Guarda su LiberoTv il video-editoriale di Maurizio Belpietro. ITALO-GIAPPONESE - In questo Deserto dei Tartari continua a calarsi l'elmetto e puntare e innestare la baionetta, come l'ultimo giapponese della Seconda Guerra Mondiale. E' Italo Bocchino, il cattivo consigliere di Fini, che ostinatamente fa spallucce: "Il partito non si sta sfaldando. Al momento al Senato il gruppo di Futuro e libertà c'è". Le vicende di questi giorni sono questioni che succedono nei congressi veri e nei partiti veri. Il problema è che gli osservatori non sono più abituati a congressi veri". Il riferimento polemico al Pdl è scoperto, come quando lancia il proclama: "Noi ci appelliamo a tutti coloro che vogliono creare un partito liberale, riformista e moderato. Quel che doveva essere il Pdl e non è stato". SE LA PRENDE CON LA MAGGIORANZA - Bocchino, anzichè guardare al proprio movimento (la ribellione di Urso e Viespoli è rivolta proprio alla sua leadership, in vece di Fini), se la prende con la maggioranza: "E' in corso un accanimento terapeutico con il quale si cerca di allungare i tempi del governo, ma non guarisce".  Ecco perché l'alternativa sarebbe proprio Fli: "Fini ha detto che c'è una Italia fuori del Palazzo cui lui si rivolge. Si guarda agli elettori e non agli eletti. C'è una Italia che secondo tutte le indagini demoscopiche dà una buona fiducia a Fini". Fiducia a Fini anche in assenza di un vero partito, visto che l'Assemblea costituente di Milano è stata più che altro un'occasione persa. "Entro l'anno  - promette Bocchino - avremo una straordinaria struttura organizzativa. Fli avrà almeno 200mila iscritti, 110 presidenti provinciali del partito eletti dagli iscritti, così come coordinatori regionali, con il massimo della partecipazione e il massimo della democrazia. Insomma, una testa un voto". In questo momento è in corso la segreteria del partito, a Roma. "Martedì c'è la riunione dei coordinatori regionali per convocare i congressi in tutta Italia". Allora, forse, i futuristi potranno iniziare a costruire. Dopo aver fatto la conta, però. "BERLUSCONI OSTAGGIO DELLA LEGA" - Nel pomeriggio di venerdì Italo rinacara la dose. Dopo le frasi di routine ("lavoriamo assieme, costruiamo il partito ed elaboriamo le idee che possano caratterizzarlo") il nuovo affondo contro il Popolo della Libertà. Bocchino annucia "un comunicato stampa in cui la segreteria nazionale prende atto della debolezza di Berlusconi che per sopravvivere ed avere una maggioranza ha anche fatto infangare dalla Lega in Consiglio dei ministri - lui che pretende sempre l'unanimità nelle votazioni in Cdm - il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia”. Il riferimento del vicepresidente di Fli è alle polemiche che si sono sviluppate nella maggioranza dopo l'annuncio ufficiale sulla festa del 17 marzo. "NESSUNA CORRENTE INTERNA" - Il soldato Italo, quindi, ritorna a parlare dello sfaldamento di Futuro e Libertà, negando qualsiasi "istituzionalizzazione di una corrente interna: una balla colossale", spiega Bocchino. "Assolutamente non si è parlato di questo" nell'incontro con Adolfo Urso e Gianfranco Fini. "Stamattina c'è stato l'incontro - dice il vicepresidente di Futuro e libertà - c'ero anch'io. Posso solo dire che tutto si può risolvere", questa la sua flebile speranza. Poi, ancora su Urso: "Non ha mai minacciato di lasciare Fli. La situazione non è drammatica come qualcuno vuol far credere. Noi non ci impantaniamo nelle questioni di palazzo".

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