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L'Espresso e Santoro, ecco i nuovi amichetti di Fini

Il futurista attacca Berlusconi: sfrutta il settimanale e 'Annozero', ma per il Foglio pensa alle dimissioni

Andrea Tempestini
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Gianfranco Fini si sta liberando di un peso. Il presidente della Camera può finalmente sparare a zero su Silvio Berlusconi, suo nemico dichiarato, per due motivi: il primo è che si è scelto nuovi amici, comodi megagoni, l'Espresso e Michele Santoro. Secondo, perché come riportato dal Foglio di Giuliano Ferrara, il leader di Futuro e Libertà starebbe pensando alle dimissioni dallo scranno di Montecitorio. Sarebbe questione di giorni, se non di ore. L'ANNOZERO DI GIANFRANCO - Ecco perché Gianfranco ha passato una giornata intera, quella di oggi, a massacrare il premier. Tra poche ore inververrà, intervistato, ad Annozero su Raidue.  L'anticipazione è succulenta: "Eletto dal popolo non significa unto dal Signore", ha detto Fini pizzicando il Cavaliere. Critiche anche per il suo rapporto con Gheddafi: "C'è stato certamente un eccesso di accondiscendenza, siamo arrivati anche a forme abbastanza ridicole come il bacio che Berlusconi ha ostentatamente fatto all'anello di Gheddafi". Il tema centrale, però, è tutto sulla politica interna. "Se Berlusconi si dimette, io seguirò", ha ribadito il leader Fli. "Io non sono diventato presidente della Camera perché ho vinto un concorso. Quando si votò nel 2008, ci fu un accordo politico-elettorale tra me e Berlusconi, che prevedeva che in ogni lista, capolista era Berlusconi e numero due era Fini. Prevedeva inoltre che se vincevamo, e vincemmo, lui andava a Palazzo Chigi, e io andavo a Montecitorio". Insomma, uno scambio di favori: "Credo di poter dire senza presunzione che Berlusconi è presidente del Consiglio anche per quei voti che il mio personale impegno, la mia faccia, ha portato a quella lista. Nello stesso momento in cui si rompe quel patto - e quel patto checchè ne dica lo ha rotto Berlusconi quando mi ha messo alla porta - io sono pronto a dimettermi da presidente della Camera. Lo farò nello stesso momento in cui Berlusconi si dimette da presidente del Consiglio". ESPRESSO NERO BOLLENTE - Fini ha scelto anche un'altra platea per esibirsi nei suoi strali. E' quella, altrettanto d'opposizione al governo, dell'Espresso. Sul settimanale di De Benedetti in edicola domani, il fondatore di Futuro e Libertà si sbottona in un'appassionata intervista, in cui rivendica la sua voglia di futuro: "Mi sento in battaglia, fermamente intenzionato a combattere per un'altra idea di centrodestra". Di fronte alle numerose defezioni in Futuro e libertà - il gurppo in Senato si è liquefatto - Gianfranco spiega che "saranno gli elettori a dire alla fine se questa idea ha cittadinanza. O se l'unico centrodestra possibile in Italia è quello di Berlusconi e di Bossi". Gelide le considerazioni su chi se ne è andato da Fli scegliendo un'alternativa politica di centrodestra. "Un delirio: frutto di allucinazione collettiva, o di malafede", questa l'unica spiegazione che riesce a dare il presidente della Camera nell'intervista rilasciata ai nuovi amici del centrosinsitra e intitolata "Futuro e dignità".  Immancabile un accenno sul caso Ruby. "Non è nè saggio né giusto auspicare che Berlusconi possa essere costretto a rassegnare le dimissioni per via giudiziaria. Berlusconi va sconfitto politicamente, con le elezioni". Praticamente, le stesse parole di Matteo Renzi. Del Pd. Una posizione da antagonista, come sul conflitto di interessi. "Esiste, lo sa bene anche la sinistra che quando ha governato ha ignorato la questione, in una fase in cui la messa all'indice di chi si oppone diventa il tratto distintivo, contrastare il gigante comporta gravi rischi".

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