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Lampedusa, altri 300 immigrati sono in arrivo

La Guardia costiera avvista altri 3 barconi. Da martedì sbarcati in 400. Maroni riferisce su emergenza: "Timore per infiltrazioni Al Qaeda"

Andrea Tempestini
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Continuano gli sbarchi a Lampedusa. La tregua è durata appena una settimana: nelle prossime ore sono attesi almeno tre barconi con, a bordo, "centinaia" di immigrati, stando ai racconti della Guardia Costiera. Su due di questi, in particolare, ci sarebbero complessivamente più di 200 persone. Nella notte tra martedì e mercoledì era approdato un barcone con 347 migranti, tra i quali quattro donne. Sull'imbarcazione erano presenti anche due giornalisti di una tv tedesca: la troupe ha documentato la traversata dalle coste tunisine. I report sono stati fermati e rilasciati dopo il controllo dei documenti. Il ministro Maroni riferisce in Commissione sull'emergenza clandestini e avverte: "C'è il rischio di infiltrazioni terroristiche, dobbiamo preparaci a un'ondata senza precedenti". SBARCO ANCHE A LINOSA - La carretta del mare era lunga circa 15 metri, ed era stata avvistata quando ancora era in acque tunisine. Un secondo sbarco era avvenuto invece a Linosa, dove le forze dell'ordine hanno bloccato 22 extracomunitari. Nel primo pomeriggio, poi, sono arrivati altri 44 immigrati, ancora a Lampedusa. Anche a causa delle avverse condizioni del mare, l'ultimo sbarco risaliva allo scorso 23 febbraio. Gli ultimi clandestini giunti in Italia si aggiungono ai circa 210 che sono già ospitati nel centro di accoglienza a Lampedusa. MARONI: "RISCHIO TERRORISMO" - Ma quello che preoccupa le autorità itaiane non è soltatno l'arrivo dei profughi, ma anche il terrorismo. Nell'attuale situazione di instabilità delle Libia "è grave e reale" il rischio di "infiltrazioni terroristiche: l'intelligence italiana ha rivelato legami tra Al Qaeda e il Maghreb islamico per fare proselitismo". Lo ha spiegato il ministro dell'Interno Roberto Maroni riferendo sulla situazione nel Mediterraneo alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Affari esteri. "C'è preoccupazione", ha continuato Maroni, "che quanto sta avvenendo possa portare a una situazione di governo della Libia molto più simile all'Afghanistan e alla Somalia, rispetto a un Paese amico dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente". Poi il monito: "Non basta minacciare sanzioni come ha fatto l'Euoropa, altrimenti l'immagine che si dà è che l'Europa sia il nemico". "IMPATTO SENZA PRECEDENTI" - "Ci sono tra le 100 mila e le 200mila persone in fuga dalla guerra e dall'instabilità del Maghreb che cercano riparo dove è possibile. La chiusura del confine tra Libia e Tunisia accentua questo rischio, quindi noi ci stiamo preparando a subire un impatto senza precedenti. In 60mila sono accampati in in Tunisia ed  altrettanti ancora in Libia. Questo ci preoccupa". Sono già state "circa duemila le domande di protezione internazionale e almeno 400 quelle di asilo politico chieste dagli immigrati sbarcati negli ultimi tempi sulle coste italiane", è entrato nel dettaglio il titolare del Viminale ITALIA, MISSIONE IN TUNISIA - Per cercare di contenere l'emergenza profughi, il governo italiano martedì sera ha deciso l'attuazione di una missione umanitaria italiana in Tunisia per dare assistenza ai profughi in loco, poiché nel Paese arrivano tutte le persone in fuga dalla Libia. Nelle intenzioni, la missione darà assistenza a 10mila profughi. E' quanto è stato deciso alla riunione di martedì sera a Palazzo Chigi. E' trapelato che durante il vertice, il premier Silvio Berlusconi si sia assentato per telefonare all'omologo inglese David Cameron e aggiornarlo sulle decisioni dell'esecutivo italiano. "SPERIAMO EUROPA CI SEGUA" - "La missione umanitaria italiana partirà subito, entro 48 ore", ha spiegato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in studio alla trasmissione Ballarò. Il titolare del Viminale ha spiegato i dettagli della missione: "E' di emergenza, di carattere umanitario, che dà sollievo e tiene in territorio tunisino, d'intesa con le autorità locali, i profughi. Spero che poi segua l'intervento di altri Paesi europei", ha concluso Maroni. LAMPEDUSA, INDAGATO SINDACO - Oltre ai seimila indagati per immigrazione clandestina, la procura di Agrigento ha iscritto al registro anche il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis. L'ipotesi di reato è quella di istigazione all'odio razziale e abuso di autorità. L'inchiesta è stata avviata dopo l'ordinanaza emessa da De Rubeis contro "l'accattonaggio e comportamenti non decorosi" e impone il divieto di usufruire dei luoghi pubblici come luogo di "bivacco e deiezione".

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