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La Parigi della moda tra scandali e pettegolezzi

Prima lo scandalo Galliano, poi Lady Gaga in passerella, e ancora l'enigma Decarnin. Così i vestiti rischiano di venire inghiottiti dai gossip da backstage

Andrea Tempestini
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Ma cosa succede a Parigi? L'ultima tappa di questa affannata stagione della moda procede tra pettegolezzi e scandali, a discapito forse dei grani nomi della moda. Qui sfilano le star più luminose della fashion industry, sfilano Balenciaga, Yves Saint Laurent, Luis Vuitton, Chanel e Dior, e proprio la maison fondata dallo strabiliante Christian Dior è al centro in questi giorni di uno scandalo senza precedenti. Dopo aver sospeso il geniale couturier John Galliano perché coinvolto in un brutto episodio di aggressioni e insulti antisemiti, la griffe francese ha deciso di chiudere il rapporto con il divo- stilista rescindendo coraggiosamente il contatto a pochi giorni dalla sfilata. KARL LAGERFELD FURIOSO - “Sono furioso che sia successo, perché il fatto ora non riguarda più che cosa sia stato detto in realtà. L'immagine ha fatto il giro del mondo. E' un'immagine orribile per la moda, perché si penserà che ogni designer e ogni cosa nella moda sia così. Questo è quello che mi fa arrabbiare di tutta la storia”. E così Karl Lagerfeld commenta lo scandalo Galliano, esprimendo lo sgomento di tutti, di chi sta a guardare, senza  capacitarsi, la caduta catastrofica di una divinità della moda e di chi nella fashion industry orbita e lavora, che teme per le ripercussioni che i fatti di questi giorni potrebbero avere non solo sulla maison Dior ma su tutta la fashion industry, come una goccia che cadendo in acqua si apre in infiniti cerchi sempre più ampi e lontani.  Galliano ha fatto le sue scuse in una lettera diffusa dai suoi avvocati, si farà curare, sembra, in una rehab americana chiaramente top secret, ma il latte ormai è versato, e mentre la collezione Dior- l'ultima di Galliano- sfilerà comunque  senza il couturier (anche se il backstage sarà off limits per la stampa per evitare di alimentare le chiacchiere ma anche il toto-nomi  che vede, secondo gli insiders, favoriti Riccardo Tisci, Stefano Pilati e Haider Ackermann ), quella che porta il nome dello stesso stilista non calcherà la passerella, è notizia dell'ultima ora. I vestiti vanno venduti comunque, inimmaginabile il danno economico altrimenti, ma per mostrarla Dior (proprietaria del 90% del marchio) ha preferito una più sobria presentazione per pochi intimi. LADY GAGA IN VERSIONE TOP - C'è voluta Lady Gaga per rompere con il tam tam di voci e pettegolezzi ossessionati che riguardano Dior. La pop star, nei panni inediti di top model, ha assistito l'amico Nicola Formichetti alla sua prima teatrale prova di womenswear per Thierry Mugler. Un po' presto per dire che il brand è tornato al suo antico splendore, ma le carte ci sono tutte. E poi quando quasi si pensava di poter tornare a parlare di abiti, quando insomma è arrivato Balenciaga con la sua collezione tutta costruita sull'uso inedito dei tessuti a sospendere- temporaneamente- la fame di chiacchiere da portinaia, ecco che un altro enigma incuriosisce la Parigi della moda:  che fine ha fatto Christophe Decarnin? Lo stilista che ha portato Balmain all'apice del successo non si è presentato in passerella. Non è servito il casting di super model (Freja Beha Erichsen, Natasha Poly, Abbey Lee Kershaw, Carmen Kass, Joan Smalls, Sasha Pivovarova, Magdalena Frackowiak)  o la collezione di sfavillanti e favolosi minidress paillettati per coprirne l'assenza, al momento degli applausi lo stilista semplicemente non è uscito. E mentre la maison giura che Decarnin fosse a riposare dopo aver lavorato alla collezione senza sosta, si fanno insistenti le voci che lo vedono invece ricoverato in rehab e assente dagli uffici del brand addirittura da diverse settimane.   Così non si parla d'altro, men che meno degli abiti, seppur favolosi, che condizioneranno le tendenze dell'atunno-inverno 2011/2012. E un pensiero cupo si insinua lentamente. Non sarà che i tempi isterici delle stagioni della moda, la creatività veloce a tutti i costi,i ritmi mordi e fuggi delle varie fashion weeks, del pret à porter alternato alla couture,  non sono alla portata, in fondo, neanche del più geniale dei couturier? di Donatella Perrone

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