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Fini prova a ricucire col Cav. Ma tra Falchi e Colombe è guerra

Gianfranco: "Fli ha esagerato contro Silvio. Stop a guerra tra anime del partito". Vaglielo a dire a Urso e Granata....

Privitera Andrea
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Gianfranco Fini ci ripensa: "Abbiamo ecceduto ad essere sempre fuori dal coro". Il riferimento è ovviamente allo stillicido nei confronti del Cav, che prosegue da inizio legislatura e che ha raggiunto il suo zenit negativo con la spallata fallita dello scorso dicembre. Lo scenario per questo 'mea culpa' pubblico è stata la prima assemblea nazionale dei circoli di Futuro e libertà, inaugurata ieri a Roma. Sempre nella capitale, Fini ha ricominciato ad usare parole dure, per una volta, anche nei confronti della sinistra: "La loro unica bandiera è l'antiberlusconismo", ha sentenziato. E sulla riforma della giustizia, promessa da Berlusconi per questo giovedì: "Se e quando sarà presentata la valuteremo con attenzione. Vogliamo vedere i testi". CERCHIOBOTTISTA - Il presidente della Camera ha avuto da ridire a tutte le forze parlamentari. Ribatezzando il proprio partito "il vero centrodestra", Fini ha sottolineato che è necessario "interrompere il continuo derby tra berlusconiani e antiberlusconiani", che a suo avviso paralizzerebbe il paese. "Siamo di fronte a uno scontro tra due grandi assetti conservatori, nel senso deteriore del termine". Nonostante le critiche a 360 gradi, l'ex leader di An ha dimostrato un particolare livore nei confronti dei transfughi dal suo nuovo movimento. Nel suo mirino soprattutto Pasquale Viespoli, il transfugo che ha condannato Fli al gruppo misto del Senato. "Non si deve dedicare un minuto di tempo a chi c'era e chi non c'è più", tenta di liquidare. Neanche il tempo di dirlo, e Gianfranco torna subito a ricordare i 'responsabili': "Qualcuno di loro mi ha fatto ricordare bene la distinzione tra uomini, ominicchi e quaquaquaraquà". Una citazione tratta da Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia; ma forse Fini si riferiva al suo ex collega di partito Ignazio La Russa, che definiva "quaquaraquà" Fabio Granata, finiano doc. MA TRA FALCHI E COLOMBE... - Sono passate appena ventiquattr'ore dall'aggiustamento di rotta di Gianfranco, che ha aggiunto come lo scontro tra "falchi" e "colombe" non abbia più senso, e le due anime del partito sono tornate a scontrarsi. La miccia l'accende, neanche a dirlo, il duro e puro Fabio Granata, che si lamenta di quei colleghi futuristi che, pure restando dentro Fli, esercitano "un quotidiano richiamo alla nostra perimetrazione nel centrodestra". "Ho l'impressione - afferma infatti Granata - che dopo la zavorra rappresentata da alcuni, poi regolarmente approdati alle aree di responsabilità e coesione nazionale, adesso dovremmo sorbirci quella rappresentata da un quotidiano richiamo alla nostra perimetrazione nel centrodestra". Il riferimento, nemmeno tanto velato è, appunto alle "colombe", rappresentate in questo momento da Adolfo Urso, tanto per fare un nome. Granata allude infatti a "chi oggi, dall'interno di Fli, mentre si costituisce in corrente, mette in dubbio ipocritamente la opportunità di quelle scelte", e così facendo, "dà implicitamente ragione ai quaquaraquà di cui ieri parlava Fini". ...CONTINUA LA BATTAGLIA - L'accusa è pesante, e ha un nome e cognome, ma Urso per il momento non replica direttamente. Parla però ad una trasmissione radiofonica, e sostiene che domenica al Teatro Adriano il discorso di Fini ha dimostrato la vittoria della linea moderata, dopo le scelte "pagate a caro prezzo" del leader. "Ha prevalso - giura Urso - la nostra linea politica, quella dei moderati e di quelli che vogliono costruire". Delle "colombe", quindi. E quanto è costato a Fli il precedente atteggiamento? "Abbiamo pagato un prezzo: quattro senatori e quattro deputati in meno, però alla fine la linea politica, che era emersa con chiarezza già nell'assemblea costituente, è stata ribadita". A rafforzare la posizione di Urso contribuisce anche Roberto Menia, che rispedisce al mittente l'offerta di Pier Luigi Bersani, che dalle colonne di Repubblica è tornato a proporre un'allenza con il Terzo polo, nello stesso giorno in cui Gianfranco Fini ha ribadito l'equidistanza di Fli sia dal centrodestra di Pdl e Lega sia dal centrosinistra di Pd e Idv mettendo, di fatto, i paletti a sinistra, nel tentativo di frenare l'emorragia che ha aggredito Futuro e libertà. "E' evidente" - ha detto Menia - che un patto tra Terzo polo e centrosinistra non si farà nè oggi nè mai. La nostra prospettiva quindi - ha puntualizzato - è quella della costruzione di un centrodestra alternativo al centrosinistra, ed è ovvio che non ci stanno terzi poli in questa prospettiva”. Tutto lascia pensare quindi che le due anime di Fli continueranno, se non a dilaniarsi, per lo meno a coabitare a lungo all'interno del partito di Gianfranco Fini.

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