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"Affari di famiglia e Gianfranco Fini, Italo Bocchino è alla frutta"

Parla D'Agostino: "Mi accusa di ricattarlo con foto di lui e Carfagna? Lo querelo. Piccolo ometto..." / SPECCHIA

Andrea Tempestini
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«...Se lo querelo? Ammazza se lo querelo. Ma che stai a scherzà, è 'na cosa gravissima. Qui mi si accusa di ricattare; io m'aspettavo di tutto dopo anni di sane spiate, tranne questo. É una tragedia, ti dico. ma mica la mia, la sua. La  tragedia di un ometto ridicolo». Anche le migliori amicizie talora si spengono sotto la toga d'un giudice, diceva Mark Twain.  L' “ometto ridicolo” di cui sopra sarebbe Italo Bocchino che ai magistrati napoletani - Francesco Curcio e il solito Henry j. Woodcock- indaganti sulla presunta loggia segreta P4 ha denunciato Roberto D'Agostino di averlo ricattato. Roberto D'Agostino in arte Dago, è il tenutario di Dagospia, boudoir italico della notizia, nonchè titolare dello sfogo di cui sopra e querelante a sua volta il Bocchino. (EX) VECCHI AMICI Del quale Bocchino -fino allo scoppio di tutti i recenti intrecci politico/affaristico/sessuali - era solido amico. Lo scazzo tra i due è una  notizia. Perchè Dago, avvezzo alle denunce come San Sebastiano alle frecce, di solito non querela mai. Specie che ora, smagrito in pizzo, codino e abiti catarifrangenti e con l'aspetto da guru, ha la morfologia d'un vecchio saggio teso al distacco dalle cose. «Distacco sticazzi, eh. E dire che con Italo andavamo a cena e in vacanza insieme. La moglie Gabriella Buontempo, poi, la conosco da trent'anni vorrei sapere la sua versione dei fatti e capire se coincide con quella del marito; l'ho chiamata per chiedere perchè il marito continuava ad attaccarmi anche in tv». Dago si riferisce al 23 settembre 2010, giorno in cui Bocchino ad Annozero disse: «Il documento sulla casa di Fini a Montecarlo ed è stato veicolato da Dagospia. Bisognerebbe  fare una puntata per sapere chi c'è dietro Dagospia...». Dagospia risponde oggi: «Dietro Dagospia c'è solo D'Agostino». E vabbè. Giusto per avere un quadro generale: il “ricatto” del Drudge Report nostrano atterrebbe a  presunte foto che ritrarrebbero il braccio destro di Gianfranco Fini con il ministro Mara Carfagna, entrambi in accappatoio all'Hotel Vesuvio di Napoli. Dago, in una telefonata all'uomo d'affari Luigi Bisignani, avrebbe chiamato la Buontempo e parlando di quelle foto. Foto che, peraltro, nessuno ha mai visto («Anche quelle se l'è inventate Bocchino...»). Esistenti o meno le foto, da allora la coppia Bocchino sarebbe entrata in crisi. Dago insiste: «Il fatto vero è che Italo è nel pallone totale, sia per quelli che in America chiamano family affairs, gli affari di famiglia con la storia della Carfagna; sia per il cul de sac  in cui s'è infilato con Fini, roba che l'ha incasinato. Pover'uomo, ci sarebbe anche da capirlo. Mentre io mi occupo del retrobottega dei palazzi del potere, in maniera pubblica e trasparente, come attestano undici anni di archivio e onorato servizio,  l'onorevole Bocchino che prende uno stipendio per occuparsi dei problemi del Paese, preferisce trascorrere il suo tempo nei suoi molteplici affari personali, vedi il quotidiano “Roma” di cui è editore, e la società televisiva della consorte,  e  postumi del caso Telekom-Serbia e ci potrei riempire pagine...». Veramente già lo fa, Dago. «... Ma lo faccio da giornalista, che rivendica il proprio diritto di chiamare al telefono anche il diavolo in persona pur di ottenere notizie e indiscrezioni e scenari prossimi venturi...». Ecco, Dago,  appunto, il diavolo. Le si imputa un'assidua frequentazione col citato Bisignani, già iscritto alla P2 oggi considerato l'epicentro di potenti lobby “in grado di condizionare la vita pubblica”. «Perché lei non lo farebbe?». Probabilmente sì, una notizia è una notizia. Dago noi lo conosciamo da eoni. É un mastino, sulle notizie ci campa, e spesso anticipa gli stessi giornali. Per dire, ultimamente ha pubblicato gli scoop sulla love story tra Alexandre Pato e Barbara Berlusconi e quella tra Stefano Accorsi e Vittoria Puccini. Dago è anche colui che, più di tutti, sta sfruculiando negli scontri cruenti tra Della Valle e Geronzi, in Rcs e Generali. Dago è un rompicoglioni talentoso. Che, se vuole, sa essere cattivo. SOLIDARIETA' DEL SITO Per dire, ieri il suo sito era zeppo di attacchi all'ex amico Italo. Sotto il titolo “Vieni avanti, Bocchino!” perfino la sua piccola posta pareva uno attizzatoio di livori,  affollata com'era di messaggi del genere: «Caro Dago, Quanno 'o Signore 'nzerra 'na porta, arape 'nu purtone recita un adagio napoletano, che mai fu azzeccato quanto in questo caso. chiusa la campagna abbonamenti si apre la campagna risarcimenti da parte del "falco Bocchino»(e questo era il più gentile). Mai sentito Dago così incazzato: «Non capisco proprio. Ma puoi scrivere che ho dato mandato al mio avvocato a tutela della mia onorabilità, e  tutto il resto...». Ecco, il problema è il resto. Ps Noi siamo amici di Italo Bocchino. Per correttezza umana e professionale, prima di scriverne l'abbiamo cercato. Inutilmente.

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