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Saviano sputa veleno: "Cavaliere mi disgusta"

Nuovo attacco di autore di Gomorra: "Infanga memoria persone morte per mafia". Su Marina: "Schizofrenica". Caso Ruby: "Inchiesta forte"

Andrea Tempestini
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Roberto Saviano torna alla carica contro il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. "La cosa fatta da lui che più mi disgusta? Quando ha detto che ho dato supporto promozionale alle mafie, scrivendo il mio libro. Ha detto che chi racconta queste cose diffama il Paese, lo mette in cattiva luce. E' una roba terribile, sia perché ha infangato la memoria delle persone morte per raccontare di mafia, molte in Italia, e sia perché ha perso un'occasione". L'autore di Gomorra, negli studi di Radio2 (da cui è trapelata la clamorosa gaffe di Sergio Chiamparino: "Il Pd non ha futuro"), è un fiume in piena. "SIAMO IL PAESE DI FALCONE, NON DI RIINA" - "L'Italia infatti", continua l''attacco frontale, "raccontando queste contraddizioni, le storie di mafia, dimostra che è altro dalla mafia, che ha una cultura inversa a quella dell'omertà e soprattutto (e questa è l'occasione persa), il mondo quando deve affrontare il problema mafioso, dal Messico alla Russia, si rivolge all'Italia perché abbiamo una giurisprudenza antimafia tra le migliori della terra". Secondo il braccio destro di Fabio Fazio nella trasmissione Vieni via con me, era questo che andava sottolineato, "non dire che chi racconta infanga, ma invitare semmai gli italiani che all'estero sono sotto pressione per il luogo comune mafia, ad affrontare il problema e non  a minimizzarlo". Per Saviano è dunque necessario "affrontarlo con orgoglio. Insomma, dimostrare di essere il Paese di Falcone e non di Riina". RUBY E MARINA - Poi lo scrittore riserva una battuta anche al caso Ruby. Dopo aver settimane fa dedicato una laura ad honorem alle toghe di Milano, sottolinea che "l'inchiesta è molto forte. I magistrati di Milano hanno lavorato molto bene. Passo la mia vita a leggere le carte giudiziarie e quindi sul piano tecnico mi sembra tutto molto rigoroso", assicura Saviano. Poi una battuta sui dissidi con Marina Berlusconi: "Con lei non ho mai litigato. Mi piacerebbe, però, che lei capisse come lo sdoppiamento della personalità sia un problema". Una frase che farà discutere. Secondo l'autore campano non si può parlare una volta da editore, poi da figlia del premier e un'altra volta ancora da libera cittadina. "Per fare pace con Marina Berlusconi", lo scrittore fa ironia, "dovrei andare da tre persone diverse". E' legittimo, conclude, che un editore “possa non condividere in tutto o  in parte i libri che pubblica, che possa addirittura trovarli non buoni ma, in ogni caso, deve avere una visione liberale del proprio mestiere".

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