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'Ndrangheta: spuntano Lele Mora e Costantino

Milano, blitz contro cosche: 35 arresti, sequestrati beni per 2 milioni. Riunioni dei boss a 'Niguarda' e al 'Galeazzi'

Federica Lazzarini
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Nel corso della notte e delle prime ore di lunedì si è svolta a Milano una maxi-operazione contro la 'ndrangheta cittadina. I carabinieri del Ros hanno effettuato un sequestro di beni per due milioni di euro e trentacinque arresti su ordine di custodia cautelare. Molteplici le accuse per gli affiliati alle cosche della 'ndrangheta lombarda: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, minacce, smaltimento illecito di rifiuti, spaccio di sostanze stupefacenti. L'operazione è il frutto di indagini coordinate dalla Dda di Milano, dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini, insieme ai pm Alessandra Dolci, Paolo Storari e Galileo Proietto. Il gip Giuseppe Gennari ha invece disposto le misure cautealari in carcere per gli indagati. I NOMI - Tra gli arrestati ci sarebbero anche alcuni personaggi di spicco delle famiglie Papalia, Barbaro e Flachi, che avrebbero agito per creare contatti con esponenti politici milanesi e lombardi. Seconodo le indiscrezioni, dall'indagine sarebbero emersi contatti tra il boss della 'ndrangheta Paolo Martino e l'agente dei vip Lele Mora, ma anche il 'tronista' Costantino Vitagliano e Luca Casadei. Lo stesso esponente della criminalità organizzata sarebbe stato in contatto anche con l'avvocato Giuseppe Giuliante, primo legale di Ruby Rubacuori, per una trattativa legata ad un appalto edilizio. Sembra che Martino fosse in contatto, inoltre, con imprenditori che operano nel mondo dei locali notturni, tra cui l'imprenditore Vito Cardinale, comproprietario della nota discoteca Hollywood. RIUNIONI NEGLI OSPEDALI - Dalle indagini è emerso un altro particolare inquietante: i boss si riunivano negli uffici amministrativi di due funzionari definiti dagli inquirenti "di alto livello" negli ospedali Niguarda e Galeazzi di Milano. I boss in questione sono Giuseppe Flachi e Paolo Martino. A quanto si è appreso, i due funzionari non sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati. CONTROLLO DEI 'PANINARI' E DEI BUTTAFUORI - Che la 'ndrangheta volesse controllare alcuni 'affari' di Milano è ormai cosa nota. Ma l'indagine odierna porta alla luce un nuovo giro su cui i boss volevo mettere le mani: quello dei paninari, i venditori ambulanti che si trovano per esempio fuori dallo Stadio San Siro o dalle discoteche. La 'ndrangheta voleva imporre, inoltre, i propri buttafuori dai locali e minacciava i gestori dicendo che, se questi non fossero stati accettati, alcuni "picchiatori" avrebbero creato problemi all'interno dei locali stessi. La magistratura ha fatto chiudere la discoteca De Sade e un night per spogliarellisti vicino alla Stazione Centrale. CAMUSSO: "LA POLITICA NON POTEVA NON SAPERE" - "Da quelle che sappiamo per esperienza, nell'infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti, a partire dal ciclo del cemento per arrivare a quelli della pubblica amministrazione e dell'esternalizzazione, crediamo sia difficile che ci fosse chi non sapesse e chi non ha costruito aste che hanno permesso di intervenire": si è espressa così Susanna Camusso, segretario della Cgil, commentando l'operazione contro la 'ndrangheta.

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