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Lombardia: inno in Consiglio, la Lega non ci sta e se ne va al bar

Gli esponenti del Carroccio escono dall'aula durante l'esecuzione di Mameli. Casini: "E' una vergogna"

Privitera Andrea
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Consiglieri e assessori della Lega fuori dall'aula, come annunciato, durante l'esecuzione dell'inno di Mameli con cui si è aperta la seduta del consiglio regionale. In aula anche il presidente della Regione Roberto Formigoni, per il Carroccio invece solo il presidente del consiglio regionale Davide Boni, che ha così assolto al ruolo istituzionale. Gli altri esponenti leghisti si sono invece fermati a prendere un caffè alla buvette, mentre i consiglieri Idv si sono presentati in aula con il fazzoletto tricolore. (Sopra, la foto del Consiglio apparsa sul blog del consigliere Pd Pippo Civati) LA POLEMICA - "E' gravissimo che i consiglieri regionali lombardi della Lega siano usciti oggi durante l'esecuzione dell'inno di Mameli. E' un vero e proprio schiaffo al Paese. Se non si sentono italiani si dimettano e rifiutino il lauto stipendio che gli arriva puntuale a fine mese". E' quanto afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge:" Almeno per una volta il pluribocciato 'Trota', in arte Renzo Bossi, studi e impari le parole dell'inno, visto che ha affermato di non conoscerle, o vada in fabbrica o in altri luoghi a lui più adatti a guadagnarsi da vivere, come fanno tutti i suoi coetanei che non sono figli del senatur". Al gesto leghista è seguita anche la risposta dell'Udc: "E' una vergogna, una vergogna, non ci sono altri commenti possibili". ha commentato il leader del partito Pier Ferdinando Casini. Intanto non si fa attendere la risposta del Carroccio, secondo il quale eseguire l'inno di Mameli all'inizio della seduta del consiglio regionale ha fatto raggiungere "un livello di demagogia senza precedenti, anche perchè il sentimento di appartenenza all'Italia non avviene per imposizione". Così il presidente leghista dell'assemblea, Davide Boni, replica alle accuse. "Io c'ero - ha spiegato - perchè rivesto una carica istituzionale e ho sempre rispetto per tutti gli inni, ma idealmente ero con i miei compagni di partito che sono rimasti fuori, e insieme non abbiamo condiviso anche la legge sull'Unità d'Italia".  FORMIGONI: "LA LOMBRADIA AMA IL TRICOLORE" - "Settanta secondi di inno di Mameli non fanno male a nessuno, sono un simbolo importante di quello che siamo". Questa la reazione di Formigoni all'iniziativa. "Da lombardi partecipiamo convintamente alla festa del Tricolore - ha proseguito il presidente della Regione - e la Lombardia ha avuto una parte molto grande nella costruzione dell'Unità d'Italia, sia in termini di contributo di sangue che di ideali, e ancora oggi continuiamo ad essere la locomotiva dello sviluppo dell'Italia in Europa e nel mondo".

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