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Governo ci pensa: "Centrali solo con sì regioni"

Saglia (Sviluppo economico): "Impianti non si potranno realizzare senza condivisione delle comunità territoriali"

Andrea Tempestini
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Il governo non intende costruire centrali nucleari nelle Regioni che rifiuteranno di ospitarle. Lo ha assicurato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Stefano Saglia, nel corso della seduta delle Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, tenuta martedì sera, e che aveva in oggetto il decreto legislativo 31 che riguarda proprio il programma nucleare italiano. Saglia, si legge nel resoconto della seduta, ha ribadito "come non si potranno realizzare le centrali nucleari nelle regioni che si esprimeranno negativamente sulla localizzazione degli impianti nel loro territorio e che il programma energetico nucleare non potrà essere realizzato in assenza di una totale condivisione delle comunità territoriali coinvolte". Il Sottosegretario ha poi sottolineato come, a suo giudizio, "non sia questo il momento più opportuno per modificare le decisioni di politica energetica". La Cassazione aveva infatti stabilito che per la costruzioni di centrali nucleari, lo Stato deve chiedere un parere "non vincolante" rispetto alla decisione alle Regioni interessate. Saglia ha poi chiesto che "la tragedia immane in atto in Giappone non sia connessa con le scelte per il nucleare: si tratta di una catastrofe inimmaginabile, con conseguenze imprevedibili. Dei 55 reattori nuclari presenti in Giappone", sottolinea Saglia, "11 sono stati bloccati secondo le procedure di sicurezza. Solo 4 reattori stanno attraversando una fase critica e, di questi, solo uno ha registrato il mancato funzionamento del sistema di raffreddamento". Per Saglia, dunque, sarebbe "inopportuna una modifica da parte del Governo delle decisioni già assunte sul piano energetico sull'onda emotiva degli eventi catastrofici in Giappone".

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