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L'Anm: "Il Pdl? Inferiori a livello morale e storico"

Attacco del segretario Cascini durante convegno di Vendola: "Non legittimati a fare riforma giustizia". Poi rilancia Palamara

Andrea Tempestini
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L'occasione per attaccare il governo è stata un convegno su processo breve e riforme costituzionali in tema di giustizia organizzato da Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà e papabile candidato della sinistra nelle prossime consultazioni. A prendere la parola è stato Giuseppe Cascini, segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati (Anm, il sindacato delle toghe), che ha espresso la sua sentenza: "La maggioranza non è legittimata a fare la riforma della giustizia dopo aver definito avanguardia rivoluzionaria la procura di Milano". SUPERIORITA' MORALE - "Questa maggioranza", ha aggiunto Cascini a margine del convegno di Sel, "non ha legittimazione storica, politica, culturale e morale per fare questa riforma". Le toghe, insomma, continuano a fare politica, e gettano discredito sull'esecutivo di Silvio Berlusconi, che a detta di Cascini non possiede nessun elemento tipico di una democrazia. Il segretario dell'Anm, non pago, stuzzica anche la stessa sinistra: "L'iptoesi di riforma costituzionale è una sorta di distrazione di massa" nei confronti del processo breve. Per Cascini, anche a sinistra, "è diffusa l'idea che Berlusconi, in fondo, un po' di ragione ce l'abbia". E questo, ovviamente, non è accettabile perché "denota una subalternità culturale e politica a un tema declinato dalla destra. Dalla sinistra", getta definitivamente la maschera Cascini, "vorrei una risposta realmente di sinistra". LA REPLICA - La reazione del Pdl non poteva farsi attendere. La replica è stata affidata a Maurizio Paniz, che ha bollato le parole di Cascini come "incredibili. L'indegnità morale", ha ribattuto il membro della Consulta Giustizia del Pdl e capogruppo del Pdl nella Giunta per le autorizzazioni a procedere, "è di chi non sa rispettare i limiti del proprio compito: applicare le leggi e non farle è il suo dovere. Cerchi di farlo bene e non si peremetta giudizi, vieppiù sulla legittimazione morale di chi sta solo facendo il proprio lavoro di legislatore". PALAMARA E ANM - Successivamente, a cascata, sono arrivati altri bellicosi commenti delle toghe. Per Luca Palamara, presidente dell'Anm, "la nostra posizione è quella di netto e fermo dissenso nel merito della riforma". Quindi l'Anm ha sottolineato quelli che sarebbero gli effetti nocivi della separazione delle carriere. Con essa, secondo le toghe, "si creerà un organo di accusa che ha il solo scopo di vincere il processo con la condanna dell'imputato e non quello di applicare in modo imparziale la legge, con il conseguente abbassamento delle garanzie dei cittadini nella fase delle indagini". Poi un ulteriore allarme: se le scelte del pm "saranno condizionate dalle indicazioni della politica" sarà "difficile, se non impossibile, che possano ancora avviarsi indagini sui reati commessi dai potenti". L'Associazione Nazionale Magistrati ha pubblicato sul suo sito internet delle schede informative sulla riforma della giustizia varata dal Governo. L'impianto complessivo della legge, rileva il sindacato delle toghe, "si incentra su una netta alterazione dell'equilibrio tra i poteri, attraverso un incisivo rafforzamento del ruolo della politica sul sistema giudiziario". Dunque, osserva la magistratura associata, "sarà la politica a scegliere i reati da perseguire" e a "indirizzare le indagini della polizia giudiziaria", ed "aumenterà il numero dei componenti nominati dalla politica all'interno degli organi di governo della magistratura".

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