Cav: "Da noi solo basi. Improbabile intervento Italia"
Libia, premier dopo summit Parigi: "Napoli centro operazioni Onu". Obama: "Azione di giorni, non settimane"
"Abbiamo deciso di mettere in atto le richieste dell'Onu per porre fine con ogni mezzo alle violenze": con queste parole Nicolas Sarkozy - al termine della riunione all'Eliseo - aveva confermato la volontà di attaccare militarmente la Libia. La prima offensiva, operata proprio da un aereo transalpino, puntuale, è arrivata alle 17.45. "Gli aerei francesi sono pronti a intervenire", aveva aggiunto il Presidente francese, ricordando che Gheddafi aveva violato l'ultimatum diffuso dalla comunità internazionale. Sarkozy aveva detto che "è nostro dovere rispondere all'appello che giunge dalla popolazione: la Libia resterà dei libici, ma non possiamo ignorare i crimini in atto" e la "pazzia omicida di un regime che ha perso la propria legittimità". L'attacco "avverrà oggi sotto la bandiera delle Nazioni Unite e si avvarrà del fondamentale contributo dei Paesi arabi". Per il Colonnello c'era ancora la possibilità di scongiurare l'azione militare, imponendo il cessate il fuoco. Così aveva garantito lo stesso Sarkozy, ma le sensazioni sono state confermate: per l'attacco, poiché il raìs non voleva piegare la resistenza, era solo questione di ore. BERLUSCONI: "PER ORA SOLO LE BASI" - Al summit di Parigi ha partecipato anche Silvio Berlusconi. Il Presidente del Consiglio ha annunciato che verrà collocato a Napoli il centro di coordinamento dell'intera operazione e che in Libia, al momento, non ci sono armi con gittata sufficiente per colpire l'Italia. Il Cavaliere ha spiegato che, per il momento, l'Italia fornirà solo le basi militari presenti sul suo territorio. In una nota ufficiale si è appreso che Berlusconi ha prontamente chiamato il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che si è compiaciuto per l'intesa del summit di Parigi. Il premier ha sottolineato come l'Italia sia pronta ad intervenire a fianco delle "coalizione dei volenterosi", ma anche che a suo parere l'intervento del nostro Paese non sarà necessario. "Noi abbiamo detto di essere disponibili sulla base delle esigenze - ha detto - e non credo che ci saranno esigenze particolari a riguardo". Berlusconi ha poi aggiunto: "La posizione della Lega è una posizione che risiede nella prudenza anche personale dell'onorevole Bossi. Dice che una posizione come quella della Germania potrebbe essere seguita anche da parte nostra. Tuttavia - ha proseguito il premier - questo per noi non è possibile visto che le basi di cui noi disponiamo sono determinanti perchè siamo il Paese più prossimo geograficamente alla Libia". OBAMA: "IMPEGNO DI GIORNI, NON SETTIMANE" - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, dal Brasile in una conferenza stampa congiunta col presidente verdeoro Dilma Rousseff, ha sottolineato che "il coinvolgimento americano in un'azione militare in Libia dovrà essere limitato ed escludere l'impiegno di truppe di terra. L'impegno dovrà essere definito nel tempo, e quindi durare giorni, non settimane". Il presidente aveva sottolineato come "la coalizione è pronta ad agire con immediatezza" e che "i libici devono essere protetti se non ci sarà una fine immediata della violenza contro i civili". IL SUMMIT - Il vertice di Parigi era una vera "riunione di guerra", in cui i Grandi del mondo dovevano definire le modalità di intervento contro il regime di Gheddafi. Secondo indiscrezioni giornalistiche, poi confermate dai fatti, l'offensiva sarebbe potuta scattare pochi minuti doopo la conclusione del vertice. Al summit, tra gli altri, hanno preso parte il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il segretario di stato Usa Hillary Clinton, e il primo ministro britannico David Cameron. Presente anche Angela Merkel, da cui è giunta la conferma che la Germania non parteciperà all'attacco, pur offrendo gli aerei Awacs di ricognizione per pattugliare l'Afghanistan, in modo da liberare da quello scenario forze statunitensi che sarebbero spostate a pattugliare la Libia. FORZE IN CAMPO - Alla prima parte degli attacchi dovrebbero prendere parte, oltre a Francia e Gran Bretagna, anche la Turchia e la Norvegia. Nella seconda si dovrebbero unire gli Usa ed alcuni Paesi arabi. Il Canada ha fatto sapere che ha bisogno di almeno due giorni per predisporre un attacco: nonostante i suoi caccia-bombardieri F-18 siano già nella zona, dunque, Ottawa non prenderà parte alla prima fase della missione. GHEDDAFI SFIDA L'OCCIDENTE - Un portavoce del governo di Tripoli nella mattinata di sabato aveva organizzato una conferenza stampa in cui ha letto la risposta inviata da Gheddafi ai leader Nicolas Sarkozy, David Cameron e a Ban Ki moon. "Le risoluzioni Onu sono inaccettabili e avranno ripercussione sul Mediterraneo e in Europa", minacciava il Colonnello. "La Libia non è vostra, è per noi libici. La risoluzione - ripeteva - è inaccettabile e non può essere accettata perché il Consiglio dell'Onu non può intervenire negli affari interni di una nazione. E' un'ingiustizia e un'aggressione. Le conseguenze ricadranno sull'Europa. Vi pentirete di questo. Non spareremo mai una pallottola contro il nostro popolo. Noi siamo in guerra contro Al Qaeda nel Magreb". NAPOLITANO: "FAREMO IL NECESSARIO" - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, impegnato nelle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia a Torino, aveva specificato: "In Libia faremo ciò che è necessario. Io qui vedo che si lavora per la pace, e poi altrove facciamo la nostra parte come membro attivo della comunità internazionale. Sono interessati tutti i Paesi che sono nel G8, nell'organizzazione delle Nazioni unite, ad affermare dei principi ed esigere il rispetto di valori fondamentali come sono i diritti umani, le aspirazioni di libertà e di giustizia sociale, oggi in modo particolare nel mondo arabo".