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Fumo dal bunker del Raìs Libia: "Cessate il fuoco"

'ODYSSEY DAWN', PARTONO 6 CACCIA ITALIANI DA TRAPANI Stato maggiore libico ordina stop a tutte le unità dalle 21. Raid a Bengasi e Tripoli sul nascondiglio del Colonnello, che minaccia: "Sarà inferno". Roma congela beni Gheddafi. Cecchini a Misurata

Andrea Tempestini
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In Libia è il secondo giorno di guerra, ed entrano in scena anche i caccia italiani. Roma partecipa a tutti gli effetti al conflitto, e comincia le operazioni in concomitanza al "cessate il fuoco" del governo di Tripoli. Non è ancora chiara la natura della mossa del governo libico e se, effettivamente, sarà rispettata: potrebbe essere una mossa tattica, oppure un primo passo verso la fine del conflitto. Il Pentagono si è detto scettico sull'attendibilità della nuova proclamazione fatta da Tripoli. Secondo i ribelli, che comunicano tramite il sito dell'opposizione libica al-Manara,  "l'annuncio del cessate il fuoco entrato in vigore domenica sera, è una messa in scena per l'Occidente". In giornata sono proseguiti i raid della Coalizione: nel mirino Tripoli e il bunker di Muammar Gheddafi. L'Italia, ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, ha messo a disposizione otto caccia Tornado Ecr pronti a decollare in pochi minuti dalla base di Brigi, a Trapani: sei bombardieri sono partiti intorno alle 19. Due sono rientrati dopo un'ora. Nel pomeriggio, dalla basea aeronautica di Sigonella (Catania) sono decollati i sei caccia danesi F16 che erano arrivati sabato sera. Inoltre, ha reso noto lo stato maggiore transalpino, una quindicina di aerei francesi sono "impegnati in attacchi contro bersagli a terra". Anche quattro mezzi del Qatar sono già operativi nei cieli della Libia per imporre il rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu. I missili Tomahawk lanciati sabato sera dalle unità navali Usa e dai Tornado britannici, precisano fonti del Pentagono, hanno colpito 20 dei 22 obiettivi pianificati, provocando "danni di diversa entità". Successivamente il Pentagono, per voce di Bill Groney, vice ammiraglio Usa, ha spiegato che "non siamo a caccia di Gheddafi", ma che l'obiettivo della missione è "colpire obiettivi per rafforzare la no-fly zone". Nel corso del briefing, ha poi specificato che in Libia sono stati lanciati in totale 124 missili da crocier4a Tomahawk. LIBIA: "CESSATE IL FUOCO" - Intorno alle 20 di domenica sera, ora italiana, con la contraerea delle forze lealiste ancora in azione a Tripoli, lo Stato maggiore libico ha ordinato il "cessate il fuoco a tutte le unità". Le Forze armate libiche sospenderanno così le attività militari. "Dalle ore 21 di questa sera, nel rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu, il governo ordina a tutte le unità militari di sospendere le operazioni", ha detto un portavoce. Il portavoce ha chiesto alle tribù libiche di deporre le armi e di unirsi in una grande marcia della pace nella capitale. Gheddafi, però, nelle sue ultime apparizioni non aveva dato nessun indizio circa la volontà di deporre le armi. Poco dopo le 19, ha riferito l'emittente Usa Cnn, è ripreso l'attacco della coalizione internazionale a Tripoli. Secondo alcune fonti, l'offensiva si concentrerebbe nei pressi del bunker di bab al-Aziziyah di Muammar Gheddafi: sarebbero state sganciate numerose bombe, ma non è chiaro se l'obiettivo sia stato colpito. Alcuni testimoni hanno riferito di aver udito pesanti colpi della contraerea sparati dal centro della Capitale libica: le batterie antiaeree hanno proseguito a sparare, illuminando a giorno i cieli della capitale libica. Alte colonne di fumo si sono levate dalla zona.  CACCIA ITALIANI - Al comando del 37° stormo dell'Aeronautica militare di Trapani Brigi, da dove sono partiti i Tornado Ecr italiani, tengono la bocca cucicta sulla destinazione dei nostri aerei. Gli ufficiali presenti alla base non confermano nessuna possibile destinazione. E' stato però confermato il decollo e non è stato escluso che in serata possano partire altri velivoli. Due dei sei mezzi sono rientrati alla base di Trapani Bigi poco dopo le 20. A quanto si è appreso, si trattava della versione Ids dell'aereo, utilizzata per il rifornimento in volo degli altri quattro Tornado Ecr ancor in missione. BENGASI - Detonazioni e colpi di arma da fuoco sono riecheggiati nel centro di Bengasi, la città della Cirenaica roccaforte dei ribelli libici. Il frastuono è durato una ventina di minuti circa, intorno alle 22 ora locale. Nel secondo giorno dell''operazione Odyssey Dawn sono proseguite le incursioni francesi. CONGELATI BENI LIBICI - L'Italia, ha comunicato l'ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, rappresentante permanente presso l'Onu, "in attuazione della risoluzione 1973 ha congelato i beni di Gheddafi o di entità libiche per 6-7 miliardi di euro. Per quanto riguarda gli aspetti non militari della pressione esercitata su Gheddafi", è stato poi messo in evidenza, "il nostro Paese ha applicato rigorosamente le sanzioni". RILASCIATO RIMORCHIATORE ITALIANO - La morsa del regime di Gheddafi si stringe attorno agli stranieri presenti in Libia: l'equipaggio di un rimorchiatore d'alura italiano è stato trattenuto nel porto di tripoli da uomini armati. A bordo, secondo quanto si è appreso, ci sono otto connazionali, due indiani e un ucraino. Secondo le poche informazioni disponibili, il rimorchiatore stava sbarcando sabato pomeriggio a Tripoli dei lavoratori della Noc, la società petrolifera libica, quando alcuni uomini armati hanno bloccato l'equipaggio impedendogli di ripartire. La situazione sembra essersi sbloccata domenica pomeriggio, quando il rimorchiatore è stato fatto ripartire. In precedenza, il ministro degli Esteri, Ignazio La Russa, aveva definito la situazione "fluida". BILANCIO - Cominciano a emergere, intanto, le prime stime su morti e feriti. Secondo alcune fonti locali più di novanta persone sarebbero morte negli scontri a fuoco di sabato soltanto a Bengasi. Secondo un bilancio provvisorio fornito dal regime, invece, le vittime dei raid sarebbero 64, e i feriti 150. GHEDDAFI: "VENDETTA" - Dopo le prime minacce lanciate all'occidente sabato sera, Gheddafi è tornato a promettere vendetta."La nostra terra sarà un inferno per voi", ha tuonato il raìs. Tutto il mondo vede - ha proseguito Gheddafi nel discorso trasmesso dalla tv di Stato - che è in corso una crociata contro il mondo islamico e la Libia in particolare". Il dittatore  si è rivolto ai Paesi della coalizione bollandoli "barbari. Vi sconfiggeremo - ha giurato- non potete nascondervi dietro i vostri missili e dietro le vostre navi, siamo aggrappati alla nostra terra". Gheddafi ha poi accusato i Paesi occidentali di mirare al petrolio libico. "Ma la nostra terra ci è stata data da Dio, e non ve lo lasceremo prendere. Noi siamo oppressi - ha proseguito - e colui che è oppresso vicnerà, mentre coloro che opprimono saranno sconfitti. Abbiamo subito dei raid e quuesto sono metodi terroristi, se si combatte si combatte sul terreno con una battaglia e non con gli attacchi di questo tipo". Per Gheddafi i Paesi cristiani sono "criminali che attaccano il Paese nordafricano da migliaia di chilometri da distanza". "SATANA" - Poi un pensiero per l'Italia, "Paese traditore", alla stregua di "Francia e Gran Bretagna". Ma la Libia, ha ripetuto Gheddafi, "non permetterà ai crociati, agli aggressori di passeggiare per Bengasi, di arrivare con le mitragliatrici, né consentirà ai soldati francesi e inglesi di portare la loro bandiera e di aggredire. Noi vinceremo contro il partito di Satana col permesso di Allah", ha continuato il Colonnello che poi ha profetizzato: "I leader dei Paesi occidentali cadranno come sono caduti Hitler e Mussolini. Questa è l'epoca dei popoli e non delel guerre organizzate".

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