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Rimorchiatore, è giallo: "Non si capisce direzione"

Otto gli italiani sequestrati sulla nave da uomini armati. La Russa: "Asso 22 procede zigzagando, non si conosce destinazione"

Federica Lazzarini
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"Gli otto italiani sono ancora a bordo del rimorchiatore, con militari libici armati", questa le parole del ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervenuto questa mattina a Mattino Cinque, durante La Telefonata del direttore di Libero Maurizio Belpietro. "La nave non ha ancora toccato terra, i marinai non sono sbarcati a Tunisi.  Si stanno dirigendo verso ovest ma non abbiamo ancora la possibilità di capire dove sono diretti perchè procedono zigzagando". I PARENTI DEI SEQUESTRATI - Attendono con angoscia notizie positive dalle autorità italiane le famiglie dei tre marittimi di Pozzallo (Ragusa) sequestrati a bordo del rimorchiatore "Asso 22", nel porto di Tripoli. I familiari di Salvatore Boscarino, Giorgio Coppa e Antonino Arena, avrebbero ricevuto, da parte della Farnesina, l'invito a non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda per non ostacolare eventuali azioni diplomatiche tese al rilascio degli undici marittimi. Si tiene in contatto con Roma anche il sindaco di Pozzallo. L'UNITA' DI CRISI - Nessuna novità anche per la società armatrice proprietaria della fregata: "Siamo in costante contatto con l'Unità di Crisi della  Farnesina e il ministero della Difesa - sottolinea la società - per collaborare e coordinarci con le autorità. Notizie ci arrivano anche dal Secondo e  Terzo Reparto Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ma per il momento nulla che ci consenta di capire quali siano le intenzioni dei dirottatori. L'equipaggio, secondo le nostre informazioni, dovrebbe stare bene". si è appreso enlle ultime ore che il rimorchiatore sarebbe controllato tramite stellite. L'INIZIO DEL SEQUESTRO - Il sequestro dell'imbarcazione Asso22, nave appoggio della compagnia italiana Augusta Offshore è avvenuto sabato 19 marzo, verso le 9 di sera.  La nave è arrivata nel porto di Tripoli venerdì 18 marzo, su richiesta di una società libica partner di Eni, cui l'Augusta aveva noleggiato i propri mezzi. "L'attività che Asso22 stava svolgendo nel porto di Tripoli fa parte delle normali operazioni da noi realizzate in quell'area", ha spiegato l'armatore della compagnia napoletana Augusta Offshore, che ricostruisce l'intera vicenda. "Alcune persone, che si sono dichiarate appartenenti all'Autorità portuale libica sono salite a bordo, richiedendo una serie di dati tecnici sulla nave e sul funzionamento degli apparati e degli strumenti, così come sulle performance dell'unità. La situazione, apparentemente tranquilla, - prosegue l'armatore - è cambiata intorno alle 21 di sabato 19 marzo, quando un commando armato ha fatto irruzione sul rimorchiatore e na ha preso possesso". LA DIREZIONE - L'imbarcazione italiana è ripartita dal porto della capitale libica con gli 11 uomini dell'equipaggio, 8 italiani, 2 indiani e un ucraino, costretti a ubbidire ai militari, che poche ore prima avevano le cominicazioni radio. La destinazioni è rimasta ignota, ma la rotta, in direzione nord ovest, sembrava portare alla piattaforma petrolifera Eni di Mellitah. Un elicottero della nostra Marina Militare, decollato dal pattugliatore Comandante Borsini, ha intercettato l'imbarcazione per controllarne la rotta e le intenzioni. I sequestratori hanno allora deviato dalla piattaforma di Mellitah per dirigersi verso ovest, procedendo a zig zag, apparentemente senza una meta precisa.

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