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Incinta, cerca macchina rimossa. Cassazione: "Risarcimento"

La seconda sezione civile conferma il giudice di Pace: "200 euro per ingiustificato stress da ritrovamento"

domenico d'alessandro
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Può avere un risarcimento danni la donna incinta che, durante la gravidanza, deve mettersi alla ricerca della propria auto rimossa dai vigili perché in divieto di sosta. La decisione giunge dalla Cassazione, la cui seconda sezione civile ha confermato una pronuncia del giudice di pace di Palermo che aveva annullato una multa comminata da un ausiliare del traffico nei confronti di una donna in stato di gravidanza che aveva parcheggiato sulle strisce pedonali. RIMBORSO - Il giudice aveva anche disposto il rimborso, da parte del Comune di Palermo e dell'Azienda speciale per la mobilità, a favore della donna delle spese di svincolo dell'autovettura che era stata rimossa. Alla signora, ai tempi della multa incinta, devono essere corrisposti 200 euro per "lo stress subito nella ricerca del veicolo illegittimamente rimosso". RESPINTO RICORSO AMAT - La Suprema Corte, con la sentenza numero 6712, ha rigettato il ricorso dell'Amat, rilevando che "l'affermazione che la ricerca del proprio veicolo rimosso provochi stress non può affatto dirsi del tutto ingiustificata, e in quanto tale censurabile in sede di legittimità per vizio di motivazione, alla luce della comune esperienza".

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