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Intesa e Ferrero, una cordata per 'salvare' Parmalat

Passera, ad della banca: "Stiamo lavorando a progetto industriale di lungo periodo". Prosegue la scalata della francese Lactalis

Giulio Bucchi
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Una cordata Intesa San Paolo-Ferrero per salvare l'italianità di Parmalat. Corrado Passera, amministratore delegato del gruppo bancario, annuncia una possibile intesa per mettere sul tavolo un progetto alternativo a quello de gruppo francese Lactalis, intento a scalare la società emiliana. "Stiamo lavorando a un progetto industriale di lungo periodo. Parmalat - ha ammesso Passera - è uno dei presupposti su cui stiamo lavorando, non è l'unico ma il più rilevante". PARTECIPAZIONE DI FERRERO - A chi gli chiedeva se nel progetto alternativo ai francesi ci fosse un investimento finanziario pari o superiore a quello della Lactalis, Passera ha evitato di entrare nei dettagli ma ha di fatto confermato: "E' chiaro che, nel caso, ci dovrebbe essere un impegno finanziario importante e adeguato. Nessuno ha in mente di pensare al futuro di Parmalat senza investire". Fondamentale, in questo senso, l'eventuale partecipazione del gruppo Ferrero, azienda dolciaria torinese che vanta nel 2009 un fatturato di 6,35 miliardi di euro e utili per 44 milioni. "Loro - ha spiegato Passera - hanno fatto affermazioni inequivocabili, a un progetto industriale di lungo periodo potrebbero essere interessati. Secondo me quando ci sono progetti seri raccogliere fondi e supporti finanziari e creditizi di solito non è un problema. Percepiamo un crescente interesse attorno a questa possibile operazione". Un incentivo alle iniziative di Intesa San Paolo è arrivato dalle norme anti-Opa varate ieri dal governo: "Sono il presupposto per una iniziativa valida - ha commentato Passera -. Il fatto di avere un po' di tempo è uno dei presupposti positivi che abbiamo oggi". SCALATA LACTALIS - Continuano nel frattempo le manovre finanziarie del gruppo Lactalis. La società francese ha stipulato in totale tre contratti di equity swap con due controparti, SocGen e Crèdit Agricole, per arrivare a detenere il 28,97% della Parmalat. In una nota diramata questa mattina, la Lactalis ha confermato le indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore: acquistate direttamente dai fondi Zenit Asset Management, Skagen e Mackenzie Financial Corporation un totale di 93.365.226 azioni ordinarie, pari al 5,37% del capitale sociale dell'azienda emiliana, al prezzo di 2,80 euro per ciascuna azione. Le restanti 172.379.724 azioni possedute dai fondi, pari al 9,92% del capitale sociale di Parmalat, sono state acquistate al medesimo prezzo di 2,80 euro per azione dalle controparti dei contratti di equity swap stipulati da Lactalis. Dopo questa operazione, la partecipazione potenziale massima del gruppo francese sale al 7,50% del capitale sociale di Parmalat.

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