Web anti-pirateria, dopo Yahoo! il bersaglio è Google
Open Gate Italia vuole estendere la responsabilità dei motori di ricerca anche all'azienda di Mountain View
Dopo la sentenza emessa ieri dal Tribunale di Roma contro i link sui motori di ricerca a film piratati in streaming, le associazioni in difesa dei diritti d'autore pensano già alle prossime mosse. Tra questi Tullio Camiglieri, presidente di Open Gate Italia. "Dopo questo primo importante successo, che apre la strada a tutti i detentori di diritti - ha spiegato -, i prossimi obiettivi saranno Google e YouTube. Il Tribunale di Roma ha sancito un principio fondamentale a tutela di tutta la produzione culturale: cinema, editoria, musica, giornali. Chi investe in cultura, informazione e intrattenimento - ha concluso Camiglieri - ha diritto di vedere tutelato il proprio lavoro". SENTENZA STORICA - Quella pronunciata ieri dalla nona sezione del Tribunale capitolino è una decisione che porterà notevoli conseguenze nel web. Mentre infatti in passato la responsablità del download illegale veniva attribuita al singolo utente (che spesso rimaneva anonimo), stavolta è lo stesso motore di ricerca - in questo caso Yahoo - ad doversi autoregolamentare e a censurare i link siti che distribuiscono prodotti senza pagare alcun diritto d'autore. Ovviamente i navigatori più esperti continueranno ad usare i motori di ricerca dedicati al mondo della pirateria online, ma di certo una larga fetta dell'utenza sraà costretta a pagare i contenuti fruiti. IL CASO MEDIASET - Insomma, l'Italia sembra essere sempre più amica del copyright e più intransigente nei confronti di chi favorisce il Far west della rete. In ogni caso, questa tendenza sembra aver preso piede già da alcuni anni . Nel 2008, Mediaset aveva infatti intentato una causa contro YouTube del valore di 500 milioni di euro, per la diffusione illecita di video dell'azienda. Da allora, si è venuta a creare una reazione a catena, iniziata con la cancellazione di numerosi account di utenti che avevano caricato materiale proveniente da Cologno Monzese. A fine 2010, inoltre, sono stati cancellati parecchi spezzoni tratti da Scherzi a parte e Striscia la notizia.