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Guzzanti contro i suoi fan: le avevano toccato il portafoglio

Criticata per degli investimenti poco brillanti, la pasdaran anti-Cav Sabina li insulta così: "Siete Berlusconiani"

Andrea Tempestini
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Ti attaccano? Sono berlusconiani, anzi berluscones, forse pure sodomiti. La strascicata querelle della spiacevole vicenda che ha visto coinvolti come vittime alcuni “vip” tra cui Sabina Guzzanti ha preso, nel caso della figlia di Paolo e sorella di Corrado, toni un po' sbracatelli.  È andata così. La comica  si è un po' inalberata perché, a suo dire, le cronache giornalistiche del fatto se la prendevano più con i truffati che non coi truffatori. L'ha buttata sull'ironia, ed è pure giusto. Dopo essere stata raggirata - in ottima compagnia - da una presunta associazione per delinquere finalizzata a reati finanziari, sul suo blog (www.sabinaguzzanti.it) è stata assalita da molti commenti, poco rilevanti in sé ma emblematici della grande differenza tra idea e azione. Il problema, ovviamente, non è di avere ottimi risparmi frutto del proprio lavoro, anche di anti-berlusconiana militante (se si fa il conto di chi, più o meno indirettamente, ha redditi legati al Cavaliere, non si salva  nessuno). Per quello decide il mercato: chi vende biglietti del proprio spettacolo, realizza film visti, si fa leggere, giustamente porta a casa i suoi gruzzoli, e ne sceglie la destinazione per farli fruttare al meglio. Senza confondere truffatori e truffati, si può casomai ragionare sulla decisione di Sabina e degli altri (Massimo Ranieri, Samantha De Grenet e via dicendo), che rivela un po' di ingenuità, o forse - come ha sottolineato qualcuno - un po' di imprudente avidità, ma magari non è il caso in questione. Lei, Sabina, l'ha presa con ironia un po' sgrammaticata e senz'altro avara almeno di punteggiatura: «Giustamente la mia faccia era su tutti i telegiornali e sui giornali di oggi e di ieri perché sono stata truffata insieme a tanta altra gente e scandalosamente hanno arrestato i truffatori e non i truffati. A questo scandalo i media giustamente, responsabilmente cercano di porre riparo riequilibrando un po' le cose. [...] Vi domandavate come mai non arrivavate alla fine del mese? Li avevo presi io». Le cose curiose sono due. La prima è una strana - è ovvio, ironica - ansia di giustificarsi (sempre senza virgole) per aver lavorato e portato a casa la pagnotta: «Non so cosa altro posso dire per giustificarmi. Lo ammetto ho lavorato anche con impegno e avrei intenzione di continuare. Ho messo da parte dei risparmi, sapete com'è ogni tanto quei pensieri tristi sulla vecchiaia e le malattie che in mancanza di walfare (sic) ogni tanto si affacciano». La seconda arriva nei commenti, nei quali a un certo punto Sabina Guzzanti - così almeno recita la firma - decide di reagire alle decine di repliche (per la cronaca, prevalgono di poco quelle a lei avverse: del tipo eccola, cuore a sinistra e portafogli a destra...). La seconda cosa strana, insomma, è che lei sbotta così, con una puntina di volgarità: «guardate che appunto lo scudo fiscale nn l'ho fatto perché non ne ho avuto bisogno, avendo sempre dichiarato tutto. ma siete così avvelenati berluscones che non sapete leggere? per questo votate berlusconi che vi incula? è proprio vano spiegarsi in italiano?». E di colpo il popolo, la gente con un numero di “g” a piacimento, in fondo pure il tuo pubblico, se ti si rivolta contro a vario titolo diventa una massa ovviamente «inculata» dal più grande surrogato umano al capro espiatorio che l'Italia del dopoguerra abbia mai conosciuto: il Cavaliere. Stiamo in effetti parlando della stessa Sabina Guzzanti che, facendo una caricatura guerrafondaia di Oriana Fallaci con elmetto in testa e occhialoni, prese al volo una cordialità del pubblico: «Ti venisse un cancro» replicando con ottimo tempismo: «Ce l'ho già, e ti venisse anche a te e alla tu' mamma». Lei, Oriana, la degnò perfino di una risposta: «Giovanotta, essendo una persona civile io le auguro che il cancro non le venga mai. Così non ha bisogno di quell'esperienza per capire che sul cancro non si può scherzare. Quanto alla guerra che lei ha visto soltanto al cinematografo, per odiarla non ho certo bisogno del suo presunto pacifismo. Infatti la conosco fin da ragazzina, quando insieme ai miei genitori combattevo per dare a lei e ai suoi compari la libertà di cui vi approfittate». Berluscones pure lei? di Martino Cervo

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