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Saviano non perde il vizio di copiare: "Plagiati articoli e inchieste albanesi"

L'accusa rimbalza sul web. Il settimanale Investigim: "Ha fatto suo il lavoro altrui senza citare fonti né ringraziare"

domenico d'alessandro
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Italia o Albania, poco cambia. Roberto Saviano continua a ripetere gli stessi errori. Vale a dire, riferire notizie senza citare le fonti e, nei peggiori dei casi, rendersi protagonista di plagi belli e buoni. Dopo Gomorra, finisce nell'occhio del ciclone un'intervista rilasciata dallo scrittore campano all'emittente albanese Top-Channell sulla mafia balcanica. Il direttore del settimanale Investigim, Alket Aliu, he scelto di aprire l'edizione del 21 marzo con l'eloquente titolo "Saviano! Chi è questo?". Nell'editoriale, Aliu commenta ironicamente che "Saviano riconosce il diritto d'autore solo quando si tratta di firmare contratti milionari con aziende di Berlusconi. Mentre il diritto d'autore non si applica ai giornalisti albanesi". Davanti alle telecamere della tv albanese, Saviano avrebbe fatto sua, senza citare articolo e giornalista autrice del pezzo, un'inchiesta dello stesso Investigim sui rapporti tra Camorra e Sigurimi, la polizia segreta del regime comunista di Tirana. GLI INSULTI DEI LETTORI - "Saviano copia e lo fa male, riportando inesattezze e disinformazioni - attacca Aliu -. Le imprecisioni sono molte e sono conseguenza della tipica arroganza di chi pensa di saper tutto e parla di tutto, ed è stato raccomandato per prendere in giro spudoratamente gli albanesi. E' un insulto al giornalismo e agli albanesi. Se c'è un modo per fare soldi è parlando della mafia, Saviano lo ha trovato. Conviene non solo a lui, ma anche a chi paga questo spettacolo, chi vuole spostare l'attenzione sulla criminalità di strada, sulla mafia di basso profilo, mentre la vera mafia passa attraverso le banche". E sul sito della rivista albanese non mancano i commenti seccati di molti utenti e lettori: "Saviano non fa nomi, a che serve così?" oppure "Saviano non lo odio, semplicemente non mi convince più". LA SECONDA ACCUSA - L'accusa di Aliu è doppiata da quella di Michele Altamura, direttore dell'Osservatorio italiano che si occupa di tematiche Baltico-Adriatiche. L'autore di Gomorra ha chiesto via mail informazioni su alcuni articoli sul traffico di armi sull'asse Sigurimi-Camorra. Articoli inviati e letti (da Saviano): "Ma dopo aver dato il materiale - spiega Altamura - non vi è stata alcuna comunicazione". "Fin quando continuerà a ripetere ciò che altri giornalisti hanno scritto con coraggio senza pubblicare documenti o prove certe -  l'attacco finale del direttore - resterà un semplice servo dei poteri, un eroe sintetico di questa società controllata dal web che manipola le masse in nome di una falsa battaglia contro la mafia".

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