Libia, gli anti-Gheddafi: "Ripresa Brega" Fuoco amico Nato sui ribelli, 17 morti
Si combatte nella città petrolifera, il raid aereo provoca vittime civili. Il Colonnello: "No a cessate il fuoco a Bengasi"
Il fuoco amico fa 17 morti tra i ribelli. Lo annunciano gli insorti anti-Gheddafi, secondo cui i raid aerei della Nato avrebbero provocato vittime civili nell'area tra le città di Ajdabiya e Brega, nella parte orientale della Libia. Tutto questo mentre gli stessi ribelli annunciano di aver riconquistato Brega, il terminal petrolifero a Sud Est di Bengasi. La battaglia ancora imperversa e la strada che conduce al porto mostra ancora ben visibili i segni dei combattimenti. BISOGNO DI ARMI - Ma la 'resistenza' delle truppe lealiste del Colonnello è ancora fortissima. Gheddafi ha ordinato ai suoi di non usare carri armati, facilmente intercettabili dai caccia della coalizione, e ricorrere a pick up attrezzati con mortai e lanciarazzi. Il Raìs ha quindi detto no al cessate il fuoco chiesto dai rivoltosi di Bengasi, che in alcune aree sono in grave difficoltà. "Nessuno ci ha fornito armi e ne abbiamo ancora bisogno, perché altrimenti non abbiamo speranze di poter proteggere la popolazione". L'appello arriva dall'ex ministro della Giustizia di Gheddafi Abdel Jalil, oggi leader del Consiglio nazionale di transizione dei rivoluzionari. Gli fa sponda il ministro della Difesa britannico Liam Fox, che in un'intervista ad Al-Arabya assicura come "la risoluzione Onu permette di armare i rivoltosi". LE VITTIME DI MISURATA- Duecentoquarantetre morti e oltre mille feriti: è il bilancio delle vittime dei bombardamenti perpetrati dalle forze di Gheddafi a Misurata. Gli uomini del governo continuano a colpire la città libica nelle mani dei ribelli con granate anticarro e il fuoco dei cecchini: oggi, riferiscono i medici, sono state uccise sei persone e le forze di Gheddafi sembrano prendere di mira i civili.