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Intercettazioni, stretta Pdl: "Non per ricerca prova"

Proposta del deputato Bianconi: "Trascrizioni e brogliacci solo come strumento di indagine". Insorge l'Idv: "Bavaglio"

Andrea Tempestini
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Intercettazioni come strumento d'indagine e non più come "mezzo di ricerca della prova": è questa la proposta del deputato Pdl, Maurizio Bianconi, con cui il governo cerca nuovamente di regolamentare l'utilizzo delle intercettazioni telefonico. Secondo quanto porposto da Bianconi, le intercettazioni non potranno più finire nei fascicoli processuali, e non sarebbero più quindi pubblicabili né diffondibili a mezzo stampa. ITER - La proposta era stata presentata alla Camera un mese fa, ed è stata assegnata lunedì alla Commissione Giustizia. Il testo prevede che "gli elementi acquisiti attraverso le attività prevenive non possono essere utilizzati nel procedimento penale, fatti salvi i fini investigativi. In ogni caso le attività di intercettazione preventiva di cui al presente articolo, e le notizie acquisite a seguito delle attività medesimoe, non possono essere menzionate in atti di indagine né costituire oggetto di deposizione né essere altrimenti divulgate". PROTESTA L'OPPOSIZIONE - Ovvia e scontata l'alzata di scudi dell'opposizione. In prima linea il presidente dei deputati dell'Italia dei Valori, Massimo Donadi: "Ne inventano una più del diavolo pur di impedire le intercettazioni e mettere il bavaglio alla stampa. ora ci provano con la proposta di legge Bianconi. Stanno diventando persino ridicoli. La legge bavaglio", ha proseguito Donadi, "non passerà mai. Oltre ad essere una incontrollabile censura, è un regalo alle mafie ed ai criminali. Bloccheremo questa legge-porcata in parlamento, sul nascere, con il sostegno, se necessario, dell'opinione pubblica. Berlusconi non si illuda", conclude l'esponente dipietrista, "è vero che controlla gran parte dell'informazione televisiva e parte della stampa, ma questa forzatura gli si ritorcerà contro come un boomerang".

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