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Chiodi: "Dieci anni per ricostruire l'Abruzzo"

Belpietro intervista il governatore della Regione: "I soldi non mancano, ho in cassaforte 3 miliardi. Però bisogna saperli spendere"

Andrea Tempestini
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E' il triste anniversario del terrimoto all'Aquila. A distanza di due anni il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, parla della sitauzione in Abruzzo con il presidente della Regione, Gianni Chiodi. Il colloquio è stato trasmesso ne La Telefonata di Mattino 5. Cerchiamo di ricostruire e di vedere qual è la situazione a due anni di distanza. Quante sono ancora le persone che sono sistemate in qualche modo e che non hanno una sistemazione definitiva? Ora sono 14mila sistemati nel Progetto Case, negli alloggi costruiti dalla protezione civile nella fase della prima emergenza. Poi ci sono circa 15mila persone che sono in contributo autonomo sistemazione: usufruiscono di un cotnributo da parte dello stato.  Quindi dei 65mila sfollati dell'epoca molti sono tornati a casa, e gli altri stanno nelle cosiddette new-town. Esattamente. Tenga conto che dal primo febbraio, quando sono entrato come commissario, ad oggi, sono entrati nelle loro case dopo lavori di riparazione sostenuti dal governo oltre 20mila persone. Oltre 20mila persone hanno potuto fare questi lavori e sono rientrati a casa. Sa che ci sono molte polemiche perché si dice che la ricostruzione non è partita e che l'Aquila è esattamente com'era quel 6 aprile di due anni fa. Non è così. Tenga conto che il primo anno è stato dedicato esclusivamente alla gestione dell'emergenza e alla costruzione di nuovi alloggi. Si sapeva che le persone avrebbero dovuto avere un lungo periodo di permanenza fuori, occuperà anni questo lavoro. Ma tenga conto che l'Aquila aveva 75mila abitanti prima del sisma, e oggi sono solo 700 di meno. Consideri che la nostra università aveva 25mila studenti, e oggi ne ha 23mila. Gli studenti delle altre scuole erano 17mila, proprio come oggi. La ricostruzione inizia con la messa in sicurezza, e nel centro storico è stato fatto un lavoro imponente. Quante abitazioni del centro storico sono state sistemate e quante persone sono tornate a l'Aquila ad abitare le proprie case. Nel centro storico si è dovuto intervenire su oltre 800 edifici. Fatto questo è partita un'incredibile attività di progettazione, un necessario antecedente rispetto alla cantireizzazione. Tenga conto che per il centro storico è necessario per legge che siano elaborati piani di ricostruzione, e i sindaci lo stanno facendo. Primo anno, emergenza pura. Secondo anno, messa in sicurezza e attività normativa. Nel 2011 dovrebbero partire i cantieri: entro il 30 di giugno, pena la perdita del contributo, tutti i privati dovranno presentare i progetti e da quel momento scattano i termini per l'esecuzione delle opere. Ma quando potrà dirsi completata la ricostruzione dell'Aquila? Se saremo bravi, tutta la comunità, non prima di dieci anni sarà completata la ricostruzione. Ma ci sono i soldi? E' uno dei principali argomenti: si dice che il governo non abbia dato i fondi. Quanti soldi sono stati spesi fino ad ora e quanti ne mancano per la ricostruzione? Nella fase dell'emergenza e per la costruzione degli alloggi sono stati spesi 2 miliardi di euro. Da quando sono Commissario per la ricostruzione ho ricevuto 3 miliardi di euro, di questi 1,5 circa è stato speso, mentre 1,7 è ancora a mia disposizione. L'ultimo dei problemi, ora, sono i soldi. Il problema semmai ora è avere la capacità di spendere questi soldi. I soggetti attuatori, devono sapere i cittadini italiani, non sono il governo. Non è il governo che fa le opere. I soggetti attuatori sono i comuni, le province, i comitati e così via.

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