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Fini, il 'ducetto'. E anche Rivellini abbandona Fli

Lascia il coordinatore campano: "Il partito è un'illusione. Bocchino come bandiere rosse: intollerabile"

Andrea Tempestini
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Poco futuro e molta libertà nell'abbandonare la barca di Gianfranco Fini, alle prese con nuovi guai tra la corrente pro-Berlusconi creata da Adolfo Urso e le reprimende del Colle, che lo accusa di non essere super-partes (leggi il commento di Mattias Mainiero). E dopo settimane durante le quali l'emorragia politica della creatura del presidente della Camera sembrava essersi fermata, riprende la diaspora. Questa volta è il turno di Enzo Rivellini, europarlamentare e coordinatore di Fli in Campania, la regione del contestato vicepresidente del partito, Italo Bocchino. Ed è proprio "dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Italo Bocchino a Radio 24 e dopo un colloquio telefonico con Gianfanco Fini" che Rivellini ha deciso di salutare i futuristi. Il coordinatore in Campania, spiega, ha "deciso di togliere dall'imbarazzo Fini e Bocchino, visto il loro assordante silenzio sulle questioni da noi poste in questi giorni". "IL PARTITO E' UN'ILLUSIONE" - Il punto è che in Campania, Rivellini, per non perdere le elezioni ha recentemente deciso di appoggiare Gianni Lettieri, candidato del centrodestra, e non quello del Terzo Polo, Raimondo Pasquino. Rivellini poi picchia duro su Bocchino: "Dobbiamo auto-denunciarci, perché siamo stati vittime di un'illusione collettiva o di un gioco di prestigio. Tutti eravamo convinti di aver eletto Gianfranco Fini a Milano (in occasione del primo congresso del partito, ndr) e invece abbiamo scoperto che il nostro presidente è Italo Bocchino". Tranchant il giudizio su Futuro e Libertà: "Lo lasciamo, o meglio dire lasciamo l'illusione che il partito rappresenta". "BANDIERE ROSSE MAI" - E se Gianfranco Fini aveva abbandonato il Pdl accusando Silvio Berlusconi di 'cesarismo', è curioso notare come l'europarlamentare dica lo stesso del presidente della Camera: "I vertici del partito negano la democrazia partecipata e, al contrario di quanto affermano in pubblico, trovano scandalose le posizioni di chi vuol ancorare il partito al centrodestra, per poi trovare naturale che i massimi dirigenti sfilino sotto le bandiere rosse della sinistra radicale", e qui il riferimento è al corteo contro Berlusconi al quale hanno preso parte sinistra, Popolo Viola e Futuro e Libertà. SALATTO: "PROBLEMA DEMOCRAZIA INTERNA" - Ma il dissenso non arriva soltanto da Rivellino. Le posizioni dell'europarlamentare vengono sposate in toto da un altro eurodeputati di Fli, Potito Salatto, che denuncia: "Le vicende campane e di Latina, senza voler approfondire, pongono certamente un problema di democrazia interna a Fli che coinvolge tutto il territorio nazionale. La nomina dall'alto dei coordinatori regionali - prosegue Salatto - per quanto provvisori fino ai congressi, non è certo un esempio di partecipazione. Così come del resto la loro destituzione di fatto. lo svolgimento poi dei congressi dall'1 maggio al 31 luglio, a ridosso quindi delle elezioni amministrative e in piena estate, mi sembra un altro errore di miopia politica compiuto da quanti ritenfono di poter usare il partito in termini padronali".

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