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Baudo, Vespa e Unità: lo show finisce in rissa

I segreti dell'insuccesso sullo show che celebra il 150° anniversario. Tivù fantozziana che arriva agli sputi / MENZANI

Andrea Tempestini
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E fu così che Baudo prese a sputi l'Unità d'Italia... Ce ne sono stati molti, in questa stagione,  di programmi sciagurati, flopponi in prima serata, esperimenti  immediatamente abortiti, ma “Centocinquanta”, il carrozzone celebrativo di Vespa e Baudo sull'Unità d'Italia, li batte tutti. Un programma fantozziano fin dalla genesi. Ascolti smosciati come il lifting di Sandra Milo, critiche feroci, e ora si scoprono incredibili risse dietro le quinte. Grazie a un  saporito retroscena del Corriere della sera si scopre che  l'imperturbabile Pippo Baudo, stressatissimo, è stato protagonista di una lite senza precedenti con uno degli autori della trasmissione, Claudio Donat Cattin, storica firma di “Porta a porta”, figlio dell'ex ministro democristiano e molto legato a Bruno Vespa.   Baudo si sarebbe lamentato per l'eccesso di intrattenimento dello show, gli animi si sono scaldati, sono volati insulti («mafioso», avrebbe detto l'autore a Pippo) e anche qualcosa di più materiale: uno sputo in faccia. Piccolo dettaglio: Baudo ha mancato il bersaglio. La mira non è il suo forte.   Donat Cattin, raggiunto telefonicamente da Libero, si chiude in un gentile «no comment». VESPA E SANTORO  Ma anche il mite Vespa, dopo settimane di intoppi e ascolti catastrofici, avrebbe perso la pazienza. È successo nell'ultima puntata di mercoledì scorso, la quarta sulle sei previste (la spina del programma moribondo è stata staccata in anticipo). Siamo sul finale, il clima è teso, la banda dei carabinieri suona e un monitor mostra i volti dei personaggi più importanti della Rai. Frizzi, Conti, Giletti, Venier, Magalli, Santoro. Ecco, appena Vespa vede il  faccione del suo nemico giurato, sbotta: «La serata si conclude qui». E in camerino se la prende con la trovata  degli autori che definisce “geniale”.  Ieri Vespa si è difeso: «Non ero stato informato dei volti storici della Rai che sarebbero stati proiettati alla fine del programma. Quando ho visto che la storia del giornalismo Rai era incarnata dal solo Michele Santoro l'ho considerato un gravissimo errore prima che una stupida provocazione, non nei miei confronti, visto che ero in studio, quanto degli assenti e della stessa Rai». Il giornalista cita Sergio Zavoli, Piero Angela, Tito Stagno, Paolo Frajese. Baudo, per lo sputo, rischia 80mila euro di multa; Vespa una sanzione per «abbandono programma» (ma lui  nega di averlo fatto: «Il mio era solo un tardivo ritorno alle regole»). Sta di fatto che se il motto  sanremese di Gianni Morandi era «stiamo uniti» qui la regola è stata «stiamo divisi». Nel bilancio delle due carriere, il più danneggiato è Baudo: lui è al momento fermo e senza progetti; Vespa ha pur sempre “Porta a Porta”. E dire che Baudo ci teneva tanto a questo polpettone che l'avrebbe riportato finalmente in prima serata. Chiunque incontrasse per strada, al ristorante o a teatro, doveva armarsi di pazienza e rassegnarsi ai lunghi racconti di Pippo su come stava mettendo in piedi il progetto, alle sue lezioni di storia e ai resoconti dei libri letti negli ultimi tempi («più di cento, ormai so tutto»).  Era fierissimo. Dopo una vita in televisione e passati i 75 anni, Pippo  si era rimesso sui libri e ha studiato come non gli succedeva dagli anni del liceo. Per lui gli eroi del Risorgomento - Giuseppe Mazzini, Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi - erano  quasi un'ossessione. Li sognava la notte e, forse, durante il sonno i tre grandi davano consigli a Super Pippo su come affrontare l'ostica prova. PROFESSOR PIPPO Oddio, Pippo ha anche leggermente perso la trebisonda. Ormai sicuro di sè come avesse una cattedra universitaria di diritto, ha fatto perfino irruzione all'Auditorium di Roma dove alcuni professori universitari si alternavano nel ciclo di lezioni di storia per le scuole per interrompere una povera professoressa che secondo lui «non la contava giusta sulla vita di Garibaldi». Ha preso in mano il microfono, sciorinato la storia imparata in bignamini e paparbacks e ammutolito la povera cattedratica... Era eccitato come un ragazzino al primo appuntamento ma il destino  gli stava giocando un brutto scherzo. Alla metà di gennaio, il suo fisico non ha retto. Fastidiosi quanto imbarazzanti problemi di salute (un'influenza intestinale piuttosto grave) l'hanno costretto al ricovero facendo slittare  la partenza del programma. «Sono debilitato», disse.  Poco alla volta si è faticosamente ripreso, ma dopo Pippo è stata la trasmissione ad avere accusato problemi intestinali. E si sono visti tutti. di Alessandra Menzani

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