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Passa il processo breve Cav: 'A passo con Europa'

Camera, arriva l'ok al disegno di legge: 304 'sì', 296 i voti contrari. Berlusconi: "Prova di compattezza. Pessima figura opposizione". Bossi: "Buoni numeri". Approvato il taglio tempi prescrizione e ragionevole durata: ora in Senato. Pd scarica Fini. Di Pietro show

Andrea Tempestini
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Il processo breve è passato alla Camera: la votazione finale si è tenuta alle 20.20, ed ha approvato il testo con 314 'sì'. I voti contrari sono stati 296: la maggioranza era a quota 306. Il testo tornerà ora in Senato per l'ultima e definitiva lettura. Subito dopo l'approvazione, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato contattato da alcuni onorevoli. Il premier ha mostrato la sua soddisfazione per "una legge che mette l'Italia al passo con l'Europa". Il premier era contento anche per la netta tenuta della maggioranza, che in questi giorni ha dato prova "di una reale compattezza. E' stata l'opposizione a fare una pessima figura", avrebbe confidato ai suoi. Il Cav ha poi concluso: "I voti in più che ha ottenuto la maggioranza dimostrano che quota 330 è un obiettivo concreto". "I numeri sono buoni. Il voto di oggi ci dice che i numeri ci sono" e quindi "il governo può andare avanti". Così il leader della Lega, Umberto Bossi, ha commentato il sì della Camera. A chi gli fa notare che la maggioranza si è fermata a 314 senza toccare la quota di 330, il Senatur risponde: "Sempre meglio che niente". IL 'CUORE' DEL PROVVEDIMENTO - La Camera in precedenza aveva approvato gli articoli 3 e 4 del disegno di legge sul processo breve, l'anima del provvedimento: il primo riduce i tempi di prescrizione per gli incensurati ed è quella che le opposizioni bollano come "norma salva-premier". Il secondo è relativo alla "ragionevole durata del processo" e "all'obbligo di segnalazione": il capo dell'ufficio giudiziario riferirà al ministro della Giustizia e al Csm delle toghe che "sforano" i tempi del processo stabiliti per legge (tre anni in primo grado, due in appello, un anno e sei mesi in Cassazione per i reati con la pena massima pari a dieci anni). Per gli incensurati, in assenza di sentenza di primo grado, la prescrizione - una volta ripresa a decorrere dopo l'interruzione - potrà essere aumentata di un  sesto rispetto al termine di un quarto previsto per i recidivi. Sono esclusi i reati di grave allarme sociale. Dopo il voto sugli emendamenti, in aula erano cominciate le dichiarazioni di voto. Di Pietro, come al solito, ha dato spettacolo. DI PIETRO: "BERLUSCONI COME IL MARCHESE DEL GRILLO" - Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, è tornato ad attaccare il premier Silvio Berlusconi, paragonandolo al marchese del Grillo: "Siamo di fronte a una persona che dal '94 fa leggi per non farsi processare e dice 'io sono come il marchese del Grillo non mi voglio far giudicare' - così Tonino -, non vuole il giudizio del popolo, sa che sta utilizzando il Parlamento per se stesso, ma più grave è quel che fa questa maggioranza venduta e asservita, che si chiama responsabile ma è irresponsabile e si vende per un piatto di maccheroni", ha proseguito. "Mangiatevi 'sti maccheroni, ma sappiate che il giudizio degli italiani prima o poi arriverà", l'apodittica conclusione. MARATONA IN AULA - Si avvia così a una conclusione la lunga maratona di Montecitorio: il voto finale, come aveva annunciato in mattinata il capogruppo della Lega Nord, Marco Reguzzoni, è atteso in serata, per le 20.30. In un aula gremita - massiccia la presenza di maggioranza e opposizione - si susseguono le votazioni sugli emendamenti. Fuori dalla Camera, invece, il sit-in del Popolo Viola: i manifestanti insultano e agitano cartelli di protesta. Al presidio prendono parte anche i parenti delle vittime delle stragi di Viareggio e del terremoto de l'Aquila. Tra i dimostranti anche i rappresentanti di Pd, Idv e Futuro e Libertà. SCONTRO CICCHITTO FRANCESCHINI - Durante i lavori, il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ha ironizzato sull'esito del voto segreto su parte dell'emendamento 3.023, sul quale almeno 8 deputati dell'opposizione hanno votato con la maggioranza. L'emendamento era stato presentato dall'Italia dei valori. "Lo scrutinio segreto, con un risultato di 8-10 voti in più per noi, ridicolizza la sinistra che ci ha chiaramente passato dei voti", ha dichiarato Cicchitto ai cronisti. Poi la replica di Franceschini:  "Sui miei deputati metto non una mano sul fuoco, ma tutte e due". Così il capogruppo del Pd ha commentato l'aumento dei voti della maggioranza fino a 316 durante uno scrutinio segreto. "Sono in sei - ha concluso Franceschini - ad aver votato con la maggioranza. Sui deputati del Pd non ho dubbi. Chi sia stato lo si capisce, ma io non sono sleale da attribuire ad altri questo voto". INSULTI E TENSIONI - La seduta decisiva alla Camera era partita in mattinata nel solco delle precedenti: la tensione era alle stelle. Il clima risultava incandescente su entrambi i fronti. Bersaglio delle critiche che arrivano dai banchi della sinistra è stato il presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini, definito da Roberto Giacchetti (Pd) "il peggior presidente per l'opposizione". L'accusa rivolta al leader di Futuro e Libertà era stata quella di aver concesso troppo poco tempo alla minoranza, che aveva preannunciato di voler fare ostruzionismo. In difesa di Fini si era schierato Pier Ferdinando Casini, che ha definito "inaccettabile" l'uscita di Giacchetti. POPOLO VIOLA INSULTA LA SANTANCHE'- Il sit-in del Popolo viola davanti a Montecitorio, iniziato alle 15.00, contribuisce ad avvelenare ulteriormente il clima. All'uscita del sottogretario Daniela Santanchè la piazza ha iniziato a gridare: "Vergogna, vergogna". La protesta appare ancora più esplosiva perché, oltre ai viola, alla manifestazione partecipano  "tutti i parenti delle vittime dei processi i cui reati verranno prescritti grazie alla norma sulla prescrizione breve: i crolli per il terremoto dell'Aquila, la strage di Viareggio, i parenti dei morti per l'amianto, i consumatori ingannati dai crack Parmalat e Cirio, le vittime di violenza sessuale, le vittime di violenza sui minori e tanti altri", come scrive il blogger Gianfranco Mascia. "Dalle 15 davanti alla Camera e dalle 18 al Pantheon - aggiunge - testimonieremo ai cittadini italiani che non ci stiamo a lasciare impuniti stragisti, assassini e violentatori per salvare Berlusconi dai suoi processi".

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