Lombardia, 700 firme false: sono 10 gli indagati
Sotto accusa consiglieri regionali e provinciali che per l'accusa hanno contraffatto le adesioni al listino Formigoni
Dieci consiglieri del Comune e della Provincia di Milano sono indagati per aver raccolto 700 firme false da allegare alla presentazione del listino Formigoni per le elezioni regionali del 2010. Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie non ci sarebbe nessun pericolo per la validità delle elezioni, che non vengono messe in discussione dall'inchiesta del pool di Milano: spetta infatti ai competenti organi amministrativi pronunciarsi sulla regolarità della competizione elettorale. INDAGINI CALLIGRAFICHE - I dieci politici di centrodestra hanno ricevuto un invito a comparire in cui si ipotizzano i reati di falso ideologico e falso in atto pubblico. L'inchiesta è stata avviata dal procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, e verte sulla raccolta di firme che permise al listino Per la Lombardia, a sostegno di Roberto Formigoni, di presentarsi alle ultime regionali. L'input per le indagini era arrivato dal partito Radicale del capoluogo lombardo, che dopo aver sponsorizzato una perizia calligrafica aveva identificato 500 firme "false". CONVOCATI I PRESUNTI FIRMATARI - Le successive ricerche disposte dalla Procura hanno rilevato altre firme in odor di contraffazione, per un numero complessivo di 700-800 adesioni false. Ci sono "prove granitiche" - assicurano in ambienti giudiziari - sulla falsità delle firme. Negli ultimi mesi, uno ad uno, sono stati convocati tutti i firmatari per una perizia calligrafica. I sostenitori della lista Per la Lombardia hanno raccolto 3.800 firme: il minimo previsto dalla legge è di 3.500. Senza le contraffazioni, la lista non avrebbe potuto concorrere alla tornata elettorale.