"Blocca-Ruby? Non serve". A sinistra: "Vergogna"

Andrea Tempestini

Stretta sulle toghe milanesi: gli ispettori nella procura del capoluogo lombardo per un'azione disciplinare contro i magistrati. E' quanto chiedono con un'interrogazione urgente il capogruppo e vicecapogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in merito alle possibili irregolarità nel processo Ruby contro il premier Silvio Berlusconi. In particolare, nel mirino sono finite le "palesi violazioni" dell'articolo 68 della Costituzione per quel che riguarda l'uso delle intercettazioni telefoniche, che sono state poi anche pubblicate da alcuni quotidiani. CORRETTEZZA - I due esponenti del Pdl chiedono nell'interrogazione al Guardasigilli di "verificare la correttezza o meno dell’operato della Procura della Repubblica di Milano in ordine alle prerogative parlamentari dell’articolo 68 della Costituzione, con particolare riguardo all’intercettazione indiretta di comunicazioni e all’acquisizione di tabulati telefonici". Inoltre, si chiede di valutare "la regolarità della tempistica di iscrizione sul registro degli indagati di Berlusconi, onde accertare che pur in presenza di un’attività investigativa già chiaramente indirizzata, tale procedura di garanzia non sia stata ritardata al fine di consentire la praticabilità del rito immediato e agevolare la prosecuzione dell'attività intercettiva in violazione della legge". Secondo Gasparri e Quagliariello ci sono  state "delle violazioni palesi" nell’uso delle intercettazioni telefoniche che, hanno spiegato, nel caso di un parlamentare possono essere usate solo se casuali. "E' stata fatta - ha osservato Quagliariello - una scientifica, mastodontica e mirata attività di incrocio dati" sull'inchiesta Ruby a danno del premier. Quindi, si chiede Gasparri, "la Costituzione, le leggi e le sentenze della Consulta valgono anche per Berlusconi o no? Qui siamo di fronte ad uno stravolgimento ad personam e dunque noi chiediamo a tutto il Parlamento di prendere coscienza che con questa attività si squilibra il rapporto tra giustizia e politica". LA POLEMICA - E' però polemica sul presunto emendamento che secondo il Sole 24 Ore la maggioranza starebbe per presentare col fine di bloccare il processo di Milano in attesa della decisione della Consulta sul conflitto d'attribuzione tra i poteri sollevato dalla Camera. "Il fatto che un processo si sospenda quando c'è un conflitto di attribuzione è una prassi, mi auguro che non ci sia bisogno di un emendamento perché ciò avvenga...", risponde Gasparri. E secondo Quagliariello questa prassi è "facilmente sostenibile". L'opposizione però grida allo scandalo. "E' in corso una pericolosa offensiva del PdL, ora l'ossessione è quella di fermare il processo Ruby", attacca Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato. "L'intenzione della maggioranza di modificare la legge n. 87 del 1953 sul funzionamento della Corte Costituzionale, introducendo una norma 'blocca-Ruby', è un'autentica indecenza", aggiunge il capogruppo Idv in commissione Giustizia, Luigi Li Gotti. E il suo leader, Antonio Di Pietro, parla di "leggi vergognose ad personam". Inviperito Nino Lo Presti, segretario amministrativo di Futuro e Libertà: "Il confronto sulla giustizia e sulle leggi ad personam per salvare il soldato Berlusconi sembra essere diventato il set di un war game, dove si possono continuamente cambiare gli scenari del gioco, le regole e le armi e dove,vinta o persa una partita, se ne può a piacere aprire un'altra". Secondo Lo Presti, il possibile emendamento salva-Berlusconi sarebbe "una vergogna nazionale".