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L'Ue pensa solo francese: "Stop treni? E' tutto ok"

La Malmstrom: "Sarkozy aveva diritto di fermare circolazione". Farnesina: "Incidente chiuso, nessuna tensione tra Roma e Parigi"

Giulio Bucchi
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Ci sono differenti tipologie di ordine pubblico. Per l'Unione europea, evidentemente, quello della Francia conta un po' di più di quello italiano. L'Ue ha commentato il blocco dei treni tra Ventimiglia e Nizza imposto ieri dal governo di Parigi e ha sottolineato come questo tipo di provvedimenti possano essere preso "se giustificati da motivi di ordine pubblico", causando dunque la sospensione temporanea del trattato di Schengen. Peccato che da Bruxelles, la Commissione europea abbia fatto pressioni in passato sul governo italiano per garantire l'accoglienza degli immigrati tunisini a Lampedusa. Dove, secondo i vertici comunitari, l'ordine pubblico non era a rischio. E se la presa di posizione della Commissione non è abbastanza, arrivano anche le parole della commissaria Ue agli Affari interni, Cecilia Malmstrom, secondo la quale "la Francia aveva il diritto di bloccare" la circolazione ferroviaria temporaneamente. Il motivo? Ordine pubblico, ovviamente. LE PAROLE DELLA COMMISSARIA - "Abbiamo ricevuto la lettera da parte delle autorità francesi - ha spiegato la Malmstrom - in cui ci hanno spiegato che ieri (domenica, ndr) hanno deciso un'interruzione temporanea ma che ora la circolazione è ripresa regolarmente". Secondo le informazioni ricevute e a un primo esame della commissioni, le decisioni della Francia quindi sono in linea con il Codice delle frontiere di Schengen. La Commissione, ha proseguito la commissaria, "sta seguendo la situazione molto da vicino, e anche se non è al corrente di tutti i dettagli, è in contatto con le autorità italiane e francesi a cui chiede spiegazioni. Sulla base di queste prende le sue decisioni".  "TUTTO RISOLTO" - "L'incidente di ieri - ha affermato la Farnesina in una nota - è stato chiarito e risolto". Secondo il portavoce del Ministero degli Estri Maurizio Massari, "non c'è nessuna escalation di tensione" tra Roma e Parigi. L'obiettivo è arrivare ad una soluzione condivisa in vista del vertice italo-francese che si terrà il 26 aprile a Roma. In ogni caso, sottolinea massari, "l'Italia non è affatto isolata in ambito Ue per quanto riguarda il dossier immigrazione", visto che "sui permessi temporanei la Commissione ha dato ragione all'Italia, così come le più alte istituzioni europee si sono espresse a favore della solidarietà invocata dall'Italia nella gestione de problema". DOMENICA LUNATICA - Le nuove schermaglie diplomatiche tra Italia e Unione sono tutta colpa di una domenica lunatica a Ventimiglia. Dal buon viso di sabato, quando qualche decina di tunisini ha varcato il confine, al cattivo gioco francese contro l'Italia: treni bloccati "per motivi di ordine pubblico" da poco prima delle 13 fino a tardo pomeriggio. Una "misura temporanea" che rischia di far saltare i delicati equilibri raggiunti, tanto che il capo della Farnesina Franco Frattini ha sbottato  "se la situazione persistesse, allora si farebbe prima a dire che si volta pagina sulla libera circolazione".  IL BLOCCO DI SARKO' - La palla al balzo presa dal governo francese è stato il convoglio su cui viaggiavano esponenti dei centri sociali italiani in compagnia di 150 immigrati muniti di permesso di soggiorno (documento su cui nell'ultima settimana si erano già scatenati i botta e risposta tra i due Paesi). A quel punto la Compagnie repubblicaine de securitè si schiera con reti antisommossa a Ponte San Ludovico e il prefetto di Aix en Provence provoca la soppressione dei treni su tutta la linea costiera Menton-Nizza. Il ministro Maroni non ci sta: "Siamo in regola con le norme Ue e la libera circolazione di Schengen". PROTESTA - A Ventimiglia, dopo il blocco dei treni, si sono registrati momenti di tensione: circa 300 manifestanti, mix di tunisini e centri sociali, hanno chiesto, invano, di poter andare sotto il consolato francese. In tanti hanno premuto contro il cordone di polizia mentre si tentava una mediazione. Dopo un sit-in dimostrativo sui binari della ferrovia, i centri sociali sono rientrati nelle rispettive regioni di provenienza (Emilia Romagna, Veneto, Liguria) e i tunisini, circa 200, sono stati riaccompagnati nel centro di prima assistenza poco fuori la cittadina di frontiera. FRATTINI: "LA FRANCIA  CHIARIRA''" - L'ambiguità francese non va giù al capo della Farnesina. "Oggettivamente, non abbiamo capito perchè questo tira e molla, forse si sono resi conto che l'apertura avrebbe creato una moltiplicazione degli arrivi perchè è vero che la maggior parte dei tunisini vuole andare da loro" . O forse, "i 300 no global che protestano a Ventimiglia avranno destato preoccupazione". Qualunque sia la ragione del blocco, per Frattini "non è sufficiente a giustificare la chiusura di uno degli assi transeuropei più trafficati e delicati.  Il blocco è  sorprendente. C'è qualcosa che vogliamo capire meglio". La linea tenuta da Paigi delude "pensano solo a piccoli problemi". Eppure, "qualche ragione storica ci sarà  se questi ragazzi tunisini parlano francese e hanno i parenti a Parigi, no? Non è un problema solo italiano".

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