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Obama, il credito è finito. S&P choc: 'Futuro è nero'

Decisione senza precedenti: abbassato outlook sul debito Usa. E minaccia: "Forse tocca al rating". Casa Bianca: "Mossa politica"

Andrea Tempestini
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E' bastata la minaccia. Una minaccia certo concreta. La scure dell'agenzia di rating Standard & Poor's si è abbattuta in modo 'gentile' sul rating niente meno che degli Stati UIniti. La dicitura (AAA) rimane invariata, ma quello che cambia è l'outlook, lo scenario futuro, che viene trasformato da "stabile" a negativo": un brutto colpo per il presidente Barack Obama e per la sua politica economica. Questa, una decisione senza precedenti, ha contribuito a diffondere la paura nelle Borse internazionali, che hanno virato per avventurarsi in un pesante passivo. Successivamente, dopo l'irritata reazione della Casa Bianca che ha definito le parole di S&P un attacco politico, l'agenzia di rating ha rincarato la dose, affermando che abbasserà il rating 'tripla A' degli Stati Uniti se Obama e il Congresso non troveranno un accordo sul bilancio prima delle elezioni del 2012. DEFICIT - Così il profilo fiscale degli Usa, secondo l'agenza, potrebbe diventare "significativamente più debole" rispetto a quello delle grandi economie se la crescita del deficit non sarà messa sotto controllo. Un segreto di Pulcinella, in verità, poiché è noto che il debito record degli Stati Uniti è pari a più di 14mila miliardi di dollari, ma vederlo messo nero su bianco da un'agenzia americana e storicamente 'amica' di Washington fa un certo effetto. Il problema, sottolinea S&P, è che "riteniamo che ci sia un rischio che i governanti Usa non trovino un accordo su come affrontare le sfide di bilancio di medio e lungo termine". "PERCORSO NON CHIARO" - "L'economia Usa - scrive l'agenzia in una nota - è flessibile e altamente diversificata e le politiche monetarie del Paese hanno sostenuto la produzione contenendo le pressioni inflazionistiche". Tuttavia, "poichè gli Stati Uniti hanno un deficit molto ampio rispetto agli altri Paesi con la tripla A, e il percorso per ridurlo non è chiaro, abbiamo rivisto il nostro outlook sul rating di lungo termine a 'negativo'". La decisione dell'agenzia di rating è figlia dello stallo che si registra al Congresso sulla necessaria e tanto agognata riforma fiscale, nuovo terreno di battaglia tre democratici e repubblicani, dove il presidente Barack Obama potrebbe ottenere un nuovo, devastante, insuccesso. "C'è il rischio effettivo - questo il monito di Standard & Poor's - che gli Usa non riescano a raggiungere un accordo per risolvere le sfide di bilancio di medio e lungo termine entro il 2013". IRRITAZIONE DELLA CASA BIANCA - La valutazione di S&P è stata accolta con forte irritazione dalla Casa Bianca, che per voce del consigliere economico Austan Goolsbee la ha bollata come "una valutazione politica". Goolsbee si è detto in disaccordo con l'agenzia, poiché "convinto che gli Stati Uniti raggiungeranno un'intesa a lungo termine sulla riduzione del deficit di bilancio. Una posizione simile è stata espressa dal Tesoro. "S&P ha confermato il rating di AAA sul debito, ma ha enfatizzato la necessità di una tempestinva cooperazione bipartisan nel congresso per il risanamento nei conti pubblici": questa la replica affidata ad una nota. "Crediamo - continua il testo - che Standard & Poor's sottovaliti la capacità dei leader politici Usa di agire insieme per risolvere i problemi di bilancio del Paese". BORSE IN PICCHIATA, SCHIZZA L'ORO - Dopo l'annuncio di S&P, senza precedenti nella storia degli Stati Uniti, le Borse europee hanno virato in negativo registrando forti cali. Al termine delle contrattazioni, a Piazza Affari l'indice Frse Mib lasciava il 2,92%, mentre l'All-Share cedeva il 2,79 per cento. Pesanti ribassi in tutta Europa, dove Parigi ha lasciato il 2,55%, Lisbona il 2,29%, Francoforte il 2,18%, Zurigo il 2,43%, Amsterdam l'1,97%, Londra l'1,82% e Bruxelles l'1,46 per cento. Immediata anche la reazione di Wall Street. Prima dell'apertura delle contrattazioni i futures sugli indici Dow Jones e S&P500 indicavano un ribasso dello 0,6% e sul Nasdaq dello 0,5 per cento. L'oro, sulla scia delle decisioni di S&P, ha raggiunto un nuovo record: il metallo prezioso è schizzato a quota 1,498 dollai l'oncia.

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