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Frattini : "Gheddafi è un dittatore sanguinario"

Il capo della Farnesina all'incontro con il capo dei ribelli di Bengasi promette: "Metteremo a disposizione denaro per il popolo libico"

Rosa Sirico
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Lo strappo con Gheddafi, ora, ha anche la foto istituzionale. Il capo della Farnesina ha incontrato il capo dei ribelli di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, in visita ufficiale in Italia. In seguito, il presidente del Cnt incontrerà le altre più alte cariche dello Stato, Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano. L'Italia, così, dà il suo riconoscimento ufficiale agli insorti, come rappresentanti del popolo libico e condanna apertamente Gheddafi.  IL RAIS - "Condannando le violenze del regime nelle strade e l'uso dei cecchini sui tetti, che sparano indiscriminatamente, non possiamo dire che la Libia non è un problema nostro". Il ministri difende la decisione di intervenire in Libia rimandando alla risoluzione Onu 1973, anche se sottolinea "altri paesi la pensano diversamente" e pertanto "stiamo affrontando la questione insieme per trovare una posizione comune". Sulla lentezza della missione in Libia, Frattini ha ricordato come sia stato deciso con l'Onu di "non effettuare interventi militari di terra ma solo a protezione civili". "È chiaro che per vincere rapidamente sul piano militare - ha poi aggiunto - vi sarebbero molti altri strumenti, ma immaginiamoci i danni collaterali, quante vittime civili. Quindi l'importante è fermare l'avanzata di questo dittatore sanguinario". LE VITTIME - Il presidente del Consiglio nazionale di transizione libico, Mustafa Abdul Jalil, "ci ha parlato di 10 mila morti e di 50-55mila feriti in città martiri come Misurata e in altre zone della Cirenaica" riferito il ministro degli Esteri. Un numero ingente che impone l'intervento. "Credo sia una responsabilità che incombe su tutti noi" ha infatti osservato il ministro. IL CNT - "Altri paesi europei e del mondo devono riconoscere presto il Comitato nazionale transitorio di Bengasi", ha detto Frattini affermando che nell'incontro, Jalil ha confermato il passaggio "da una Libia in cui si prendeva e si prende il potere sedendo su un carro armato a una Libia in cui si prenderà  il potere democraticamente".  Questo, ha aggiunto Frattini "è quello che ci aspettavamo e che  ci fa essere convinti di avere fatto bene a riconoscere il Cnt e da qui spiegare ad altri paesi europei e del mondo perchè anche loro debbano presto riconoscere questo organismo da cui nascerà la nuova   Libia". AIUTI - Per sostenere economicamente il popolo libico "metteremo a disposizione le somme di denaro che derivano da assetti economici congelati che sono di proprietà del popolo libico e non del regime o di Gheddafi". A livello internazionale il ministro ha confermato che "stiamo lavorando per consentire la vendita di petrolio della Cirenaica a produttori, acquirenti e fornitori con strumenti finanziari trasparenti. Questo aspetto lo definiremo a Roma" il 26 aprile nel bilaterale con la Francia. Inoltre, l'Italia metterà a disposizione anche le sue strutture sanitarie. "Abbiamo promesso al presidente Jalil di aumentare di molto il numero di malati gravi che possono essere trasportati negli ospedali italiani". Il trattato di amicizia Italia-Libia inoltre  "continuerà a essere eseguito quando le condizioni di sicurezza sul territorio lo permetteranno". anzi esso prevederà "una fase di ricostruzione, rilancio e sostegno per tutta la Libia".  IMMIGRAZIONE - Il consiglio transitorio libico ha confermato al governo italiano l'impegno nella lotta all'immigrazione clandestina. "Il Consiglio", ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, "ha assicurato l'istituzione di una linea rossa contro i trafficanti di esseri di umani".

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