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"Il parlamento comandi su toghe e Quirinale"

Proposta di legge di Ceroni (Pdl): riformare articolo 1 Costituzione. "L'Aula viene prima di magistratura e Colle"

Andrea Tempestini
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Il Pdl studia una nuova strada per ribadire e rafforzare "la centralità del Parlamento nel sistema istituzionale della Repubblica". Nel dettaglio si tratta di una proposta di legge per riformare l'articolo 1 della Costituzione, e si sottolinea che "il Parlamento è sovrano" e che "gerarchicamente viene prima degli altri organi costituzionali come magistratura e Consulta e Presidenza della Repubblica". Una stretta nei confronti del Capo dello Stato e nei confronti dei giudici, la cui opera impedisce continua a mettersi di traverso a quella dell'esecutivo. Remigio Ceroni, firmatario della proposta di legge, ha sottolineato che è un'iniziativa "a titolo personale". CENTRALITA' DEL PARLAMENTO - La proposta di riforma è stata depositata due giorni fa dal deputato marchigiano Ceroni, il giorno successivo al comizio elettorale di Silvio Berlusconi a Milano, dove il Cavaliere aveva attaccato la magistratura. Ceroni ha spiegato: "Visto che al momento non è possibile fare una riforma in senso presidenziale come vorrebbe il premier, per ora ribadiamo la centralità del Parlamento troppo spesso mortificata, quando fa una legge, o dal presidente della Repubblica che non la firma o dalla Corte costituzionale che la abroga. Occorre ristabilire - sottolinea Ceroni - la gerarchia tra i poteri dello Stato. Se c'è un conflitto, occorre specificare quale potere è superiore". CAMBIO ARTICOLO 1 - Le legge, di cui l'agenzia Dire ha la bozza di testo depositata lo scorso 18 aprile alla Camera, ha un solo articolo. Il comma 1 dell'articolo 1 della Costituzione verrebbe sostituito dal seguente comma: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale". Con la proposta di legge costituzionale si vuole rivedere il principio che sancisce come tutti i poteri dello Stato abbiano uguale dignità e siano sullo stesso piano. La proposta di Ceroni mira a comprimere i poteri di giudici e Consulta, la cui forza costrittiva è emersa con veemenza nel corso delle ultime vicende politiche. "Non è un mistero che oggi in Italia i poteri del parlamento e del governo sono debolissimi e tentui sotto scacco dalla magistratura e dalla Corte costituzionale. E cioè - continua Ceroni - da organi privi totalmente di rappresentanza politica, i quali, tuttavia, con un'interpretazione sempre più espansiva delle norme costituzionali, ma in violazione dei principi ispiratori della Costituzione stessa si arrogano compiti e attribuzioni che non spettano loro". LA PREMESSA - Il deputato Ceroni pone una premessa alla sua proposta: "L'articolo 1 della Costituzione, nei suoi due commi, detta i principi generalissimi e i valori fondamentali che caratterizzano l'assetto istituzionale dello Stato italiano. I due commi, premesso il richiamo al valore fondamentale del lavoro, vanno coordinati tra loro in modo che dalla loro lettura emerga il profilo fondamentale della forma Stato voluta dalla Costituente". L'attuale versione dell'articolo 1 della Carta ("L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione") secondo Ceroni, non è sufficiente a ribadire "la superiorità gerarchica" delle Camere rispetto agli altri organi e poteri. Secondo Ceroni "è necessario enunciare in maniera espressa e solenne tale principio per evitare che, in tempi di crisi di valori democratici e di violenti contrasti tra le forze politiche presenti in Parlamento e nel Paese, quali sono quelli attuali, possa nascere e svilupparsi un'eversione dell'ordine democratico o verificarsi il sopravvento di poteri non eletti dal popolo sovrano e perchiò privi di rappresentanza politica, con conseguente e progressivo indebolimento della democrazia e l'instaurarsi della tirannide sotto la forma mascherata della 'olocrazia', ossia un governo tirannico sostenuto dalle masse popolari non elette, se non fittiziamente, del corpo elettorale".

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