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Negozi aperti il 1° maggio, scontro tra Cisl e Cgil

Bonanni sta con Renzi: "Chi vuole lo faccia". Milano sulla stessa linea di Firenze. Ma il sindacato rosso fa le solite barricate

Andrea Tempestini
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I sindacati si spaccano anche sulla festa del primo maggio. La discussione era nata dopo la decisione del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che aveva dato la possibilità ai negozianti di temere aperti i negozi. L'idea è stata sposata con piacere dalla Cisl. "E' una decisione che dovrebbe essere presa luogo per luogo, da parte dei sindaci, con i sindacati e le imprese". L'apertura è arrivata dal segretario del sindacato, Raffaele Bonanni, che si è di fatto schierato contro la leader della Cgil, Susanna Camusso, che si era scagliata contro Renzi, 'reo' di aver dissacrato la festa dei lavoratori. "TROVARE SOLUZIONI CONVENIENTI" - Bonanni ha sottolineato come l'obiettivo sia quello di "trovare soluzioni convenienti per le imprese e per i lavoratori, e che tengano conto dell'intero arco del calendario annuale". In buona sostanza Bonanni ha 'ufficialmente' sposato l'idea proposta da Renzi. Il segretario della Cisl continua: "In questo modo ciascuno sarà maggiormente responsabile. E la questione non sarà più affidata agli umori dei sindaci, o alla voglia o meno di arrivare a esaspreazioni per stare sui giornali". "CGIL MIOPE" - Anche a Milano, sulla stessa linea di Renzi, si è schierato l'assessore al Commercio del Comune, Giovanni Terzi. "La mia vuole essere una decisione che consente la libertà ad ognuno di scegliere se aprire o meno il proprio pubblico esercizio". Massima libertà, dunque. "Faccio mie - ha sottolineato Terzi - le parole del vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio, Aldo Cursano, che ha indicato la necessità di dare risposte concrete in questo periodo di difficile congiuntura economica. La Cgil - ha spiegato -  ancora una volta ha perso l'occasione, il treno per dimostrare di essere una forza autenticamente riformista e vicina alle reali esigenze del mondo del lavoro. In un periodo così difficile per la nostra economia non è pensabile mettere in un angolo la giusta e sacrosanta libertà di aprire (o tenere chiuso) il proprio esercizio a fronte di uno stantio richiamo ideologico superato dalla realtà". ROMA - Nella Capitale gli esercizi commerciali situati nel centro storico e nelle immediate vicinanze delle basiliche di San Pietro, San Giovanni e San Paolo potranno rimanere aperti: è quanto prevede un'ordinanza del Campidoglio, nella quale si annuncia anche guerra ad ambulanti e bancarelle.

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