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Libia, Berlusconi svolta: "Bombardamenti mirati"

PREMIER A OBAMA: "PRONTI PER AZIONI AEREE". LEGA DICE NO Governo italiano: "Raid contro specifici obiettivi per proteggere i civili". La Russa: "No attacchi indiscriminati". Calderoli contrario: "Non se ne parla". Colpito quartier generale Gheddafi a Tripoli

Andrea Tempestini
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Il premier, Silvio Berlusconi, apre ai bombardamenti in Libia. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio in una telefonata al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. L'Italia, si apprende da una nota di Palazzo Chigi, "ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò - prosegue la nota - nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite". Fino ad oggi, le forze italiane impegnate nella missione Nato, non avevano avuto un ruolo attivo negli attacchi, ma si erano limitate a missioni di ricognizione e pattugliamento. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha specificato come quelli operati dall'Italia "non saranno bombardamenti indiscriminati ma missioni con missili di precisione su obiettivi specifici". TELEFONATA CON OBAMA - Nel corso del colloquio, prosegue la nota di Palazzo Chigi, il presidente Berlusconi ha informato il Obama che l'Italia "ha deciso di rispondere positivamente all'appello lanciato agli Alleati dal Segretario Generale della Nato in occasione della Riunione del Consiglio Atlantico del 14 aprile scorso a Berlino, e dopo i contatti avuti successivamente dal Presidente del Consiglio e dai ministri degli Esteri e della Difesa, per aumentare l'efficacia della missione intrapresa in Libia".   Le azioni mirate "si pongono in assoluta coerenza con quanto autorizzato dal Parlamento, sulla base di quanto già stabilito in ambito Onu e Nato, al fine di assicurare la cessazione di ogni attacco contro le popolazioni civili e le aree abitate da parte del regime di Gheddafi. Sugli sviluppi e sugli aggiornamenti il Governo informerà il Parlamento e i ministri degli Esteri e della Difesa sono pronti a riferire davanti alle Commissioni congiunte Esteri-Difesa". Il Presidente Berlusconi, conclude la nota, "telefonerà tra poco al primo Ministro del Regno Unito, David Cameron, e al segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, per informarli di tali sviluppi, e ne parlerà domani con il presidente della Repubblica Francese, Nicolas Sarkozy, in occasione del Vertice Intergovernativo previsto a Roma". CALDEROLI: "NON SE NE PARLA" - Sulla decisione dell'esecutivo italiano si è subito registrata la reazione negativa del leghista, Roberto Calderoli. "Non so cosa significhi ulteriore flessibilità - ha dichiarato il ministro della Semplificazione legislativa - ma se questo volesse dire bombardare non se ne parla. Il mio voto in questo senso non l'avranno mai", BOMBE SU QUARTIER GENERALE RAIS - Nella notte tra domenica e lunedì le forze della Nato hanno bombardato il quartiere generale di Muammar Gheddafi, a Tripoli: sono stati distrutti alcuni degli uffici utilizzati dal raìs e sono state ferite circa 50 persone, alcune delle quali versano in gravi condizioni. Gheddafi non risulta essere rimasto coinvolto nel bombardamento, anche se le autortà hanno parlato chiaramente di un attentato alla vita del Colonnello. Nel raid notturno è stato duramente colpito un edificio che secondo quanti si è appreso serviva come biblioteca e ufficio di Gheddafi. Dopo l'attacco della Nato, decine di sostenitori del raìs sono saliti sulle macerie, sventolando bandiere verdi e intonando slogan a favore del leader libico. MIUSRATA - Dopo che sabato era tornata sotto il controllo degli insorti, le truppe lealiste hanno sferrato in mattinata un nuovo attacco alla città di Misurata. Alcuni testimoni hanno riferito alla televisione al Arabiya che negli attacchi contro la città sono morte 30 persone mentre 60 sono rimaste ferite. Un ingegnere ha raccontato che "c'è un intensissimo bombardamento a casaccio su aree residenziali" e ha riferito di "corpi bruciati che vengono portati negli ospedali". PIANO DI PACE - Il ministro degli Esteri libico, Abdelati Obeidi, si è recato ad ADdis Abeba per discutere il piano di pace messo a punto dall'Unione Africana per porre fine al conflitto scoppiato lo scorso 17 febbraio. Un portavoce del governo libico ha riferito che anche il Marocco è stato coinvolto negli sforzi per trovare una soluzione alla guerra in corso. Con Russia, Grecia, Turchia e con i governi dell'America latina proseguono i colloqui per aderire al piano di pace. Il governo libico aveva accettato il piano di pace messo a punto dalla Ua all'inizio di aprile, ma il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi lo ha bocciato poiché il piano non prevede le dimissioni di Gheddafi. Il testo prevede invece l'immediato cessate il fuoco e la protezione dei civili.

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