Cerca
Cerca
+

Bossi: "Governo? Può succedere ogni cosa..."

Il Senatùr: "Non voglio farlo cadere, ma se continua così...". Poi la staffilata: "Silvio scombussolato da Sarkozy"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Umberto Bossi e il "non succede, ma se succede". In questi giorni di tensioni, repliche, smentite, raddrizzamenti di tiro il Senatùr sembra divertirsi a tendere la mano a Berlusconi e tirarla indietro al momento della stretta. Una sorta di strategia della tensione riassunta in poche ore, quelle del comizio di giovedì sera a Domodossola. Dal palco, il leader della Lega assicura: "Speriamo di trovare la quadra con il premier: non voglio far cadere il governo per la Libia". Un segnale di distensione a pochi giorni dal voto in Parlamento sui bombardamenti, il prossimo 3 maggio. Poi, sibillino: "Magari cambia idea". A cambiare idea deve essere, dunque, il Cav perché "la Lega non torna indietro". In quest'ottica, per trovare "la quadra" auspicata ancora una volta da Bossi Berlusconi dovrà fare miracoli. DOPO CENA GALEOTTO - Il guaio è che il numero uno del Carroccio, dopo il comizio e la cena, ha chiarito meglio un passaggio, inquietante per Berlusconi: se il governo dovesse proseguire sulla linea dei bombardamenti aerei sulla Libia "allora può capitare di tutto, può capitare di tutto". Insomma, non è così sicuro che martedì prossimo i leghisti si astengano dal votare, anzi. Con tutto quello che ne consegue. "In Consiglio dei Ministri avevo votato contro la guerra. Non va bene perché costa troppo", spiega sostenendo che fino ad ora, per trattenere in Africa gli immigrati, l'Italia ha già speso 15mila miliardi delle vecchie lire. Questione di costi, dunque, e di prospettive: "Con gli aerei in Libia non vinci, alla fine ci toccherà mandare le truppe di terra. Meglio stare fuori dai pasticci". PUNZECCHIATURE - Anche perché Bossi pare prendere gusto nel punzecchiare il presidente del Consiglio. "Forse è rimasto scombussolato da Sarkozy", ironizza a proposito del vertice romano col presidente francese, tanto criticato dai leghisti. "'Sarkozy gli è saltato addosso dicendo 'Voglio la Parmalat', 'Voglio l'Edison di Milano', voglio questo, voglio quellò, devi fare la guerra'. Gli ha messo paura". Non troppo differente, dunque, da quel "Italia colonia francese" cha ha già fatto rumore nei giorni scorsi. Il caso Parmalat non va giù a Bossi: "Noi avevamo fatto un decreto legge per salvare la Parmalat mettendo dentro le nostre banche, non possiamo perdere tutte le nostre imprese e regalarle ai francesi". Chiusura con volata da campagna elettorale: "A Milano corre Berlusconi. Se perde, perde Berlusconi". Per fare squadra, c'è tempo.  

Dai blog