Cerca
Logo
Cerca
+

Hamas: "Onore a lui". In Pakistan corteo per Osama

Palestina condanna Usa. Quetta, sfilano milizie. Iran non crede a morte. Egitto: "No comment". Chiesa: "Mai gioire per uccisione". Karzai: "Lezione per i talebani"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

L'uccisione di Osama Bin Laden ha scosso il Pakistan, dove centinaia di manifestani, nella città di Quetta, si sono riversati in strada per commemorare il loro idolo ucciso, il fondatore della rete terroristica al Qaeda. La città è la sede della 'Shura di Quetta', il consiglio direttivo di miliziani pakistani vicini ai talebani e ad al Qaeda stessa. Ma la morte di Bin Laden ha scatenato anche una giungla di reazioni, la maggior parte delle quali di gioia per l'eliminazione del terrorista. Così per il presidente afghano Hamid Karzai si tratta di "un fatto di grossa importanza, i talebani dovrebbero imparare da questa lezione". Nel corso di una conferenza stampa ripresa dalla tv satellitare al-Arabiya, Karzai non ha potuto fare a meno di esternare la propria soddisfazione per il successo del blitz Usa che ha portato all'uccisione del terrorista numero uno al mondo. Alla sua esultanza sono seguite le esternazioni di tutti i leader occidentali, che hanno all'unanimità definito "storica" l'uccisione di Bin Laden. La Chiesa però si dimostra scettica: "Di fronte alla morte di un uomo, un cristiano non si rallegra mai - ha commentato la Santa Sede, attraverso il suo portavoce, padre Federico Lombardi -, ma riflette sulle gravi responsabilità di ognuno davanti a Dio e agli uomini, e spera e si impegna perché ogni evento non sia occasione per una crescita ulteriore dell'odio, ma della pace". HAMAS, IRAN ED EGITTO - Meno spirituale l'opposizione di Hamas, il partito palestinese che controlla la striscia di Gaza. Il premier Ismail Haniyeh ha duramente condannato l'uccisione di Bin Laden. Secondo quanto riferisce la tv araba al-Jazeera, Haniye ha definito il terrorista arabo "un mujahid combattente arabo". Riferendosi all'uccisione di bin Laden, Haniyeh ha parlato di "omicidio" frutto della "politica americana di atrocità". Ad Hamas non resta dunque che condannare "l'omicidio di un combattente". Storce il naso per l'eliminazione del terrorista anche l'Iran. "Fondamentalmente non sappiamo quanto sia vera la notizia", ha affermato il deputato iraniano Alaeddin Boroujerdi. "Quello che è evidente, invece, è che gli americani hanno usato il problema della lotta contro al Qaeda per intervenire in Afghanistan". Quindi il portavoce del ministro degli Esteri di Teheran ha sottolinato che "con la morte di Osaama Bin Laden è caduto il pretesto della lotta al terrorismo con cui gli Usa e i suoi alleati motivano la loro presenza nella regione". Dall'Egitto è giunto un laconico "no comment" alla notizia. Il ministro degli Esteri locale, Nabil al-Arabi, si è limitato a sottolineare che il nuovo governo del dopo-Mubarak è "contro ogni forma di violenza". Dai Fratelli musulmani è invece arrivata una precisazione - "L'Islam non è Bin Laden" - e una richiesta agli Usa: l'immediato ritiro da Iraq e Afghanistan. CLINTON E BUSH: "BRAVO OBAMA" - A meritarsi il plauso internazionale per l'uccisione del terrorista saudita è stato il presidente degli Usa Barack Obama, che ha ricevuto anche i complimenti di due fra i suoi predecessori alla Casa Bianca: Bill Clinton e George W. Bush. "Mi congratulo con il presidente, la squadra della sicurezza nazionale e i membri delle nostre forze armate per aver portato Osam Bin Laden di fronte alla giustizia dopo oltre un decennio di attacchi di al Qaeda", ha commentato Clinton. Concorde anche Bush, presidente nel 2001 durante l'attacco alle Torri Gemelle, che ha definito l'eliminazione di Osama Bin Laden "un successo di grande rilevanza che segna una vittoria per l'America, per quanti cercano la pace nel mondo e per tutti quanti persero persone amate l'11 settembre". Per il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, "la battaglia per fermare al Qaeda non è finita con la morte di Bin Laden. Dobbiamo raddoppiare gli sforzi contro il terrorismo".  NEW YORK TORNA A RESPIRARE - Michael Bloomberg, sindaco di New York, ha dato voce al respiro di sollievo dei suoi concittadini: "Gli abitanti di New York hanno aspettato dieci anni questa notizia. Spero che essa porti una forma di consolazione a tutti coloro che persero persone care l'11 settenbre 2001", ha commentato il primo cittadino. Una delle più grandi organizzazioni di musulmani statunitensi, il consiglio per le relazioni americano-islamiche (Cair) fa sapere: "Ci uniamo ai nostri concittadini plaudendo all'eliminazione di Bin Laden e della minaccia che rappresentava per il Paese e il mondo. Bin Laden non ha mai rappresentato i musulmani né l'Islam". ISRAELE, PERES: "BIN LADEN MERITAVA LA FORCA" - A dirsi soddidfatti sono stati anche i leader di Israele e del popolo ebraico, da sempre bersaglio del terrorismo islamico. Per Benyamin Netanyahu, premier israeliano, è "una vittoria della giustizia, della libertà e dei valori comuni ai Paesi democratici che hanno combattuto spalla a spalla contro il terrorismo". Per il presidente Shimon Peres, "Bin Laden era uno degli assassini più grandi della Storia e meritava la forca". L'EUROPA - Il governo spagnolo ha sfruttato la rete per rendere nota la sua reazione all'uccisione del terrorista. Con un post nell'account del social network Twitter, l'esecutivo di Josè Luis Rodriguez Zapatero ha fatto sapere che "considera la morte di Bin Laden un passo decisivo nella lotta contro il terrorismo internazionale". Più cauto il premier britannico, David Cameron, che, pur definendo la morte di Bin Laden "un grande passo", ha avvertito che bisogna restare "vigili" di fronte al rischio di una rappresaglia. Stessa preoccupazione è stata dimostrata dal governo tedesco, con l'intervento del ministro degli Esteri Guido Westerwelle: "Non si può escludere una reazione violenta da parte dei simpatizzanti di al-Qaeda". ITALIA. "VITTORIA DEL BENE" - In Italia, il governo è unanime. Silvio Berlusconi, giunto al Tribunale di Milano per l'udienza del processo Mediatrade, sottolinea il "grande risultato contro il male e il terrorismo, per gli Usa e per tutte le democrazie". "Non bisogna abbassare la guardia - ammonisce il premier -, saranno possibili reazioni. Tutte le democrazie dovranno continuare a collaborare. Erano 10 anni che attendavamo questa notizia, un'uccisione è sempre un'uccisione ma pensando alla strage del 2001 era inevitabile. Per il ministro della Difesa Ignazio La Russa "l'uccisione di Osama Bin Laden da parte degli Usa è un monito per il terrorismo di ogni colore", mentre per il ministro degli Esteri Franco Frattini si tratta di una "vittoria del bene contro il male".

Dai blog