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Libia, c'è intesa su mozione. Ma Nato gela Pdl e Lega

Maggioranza chiede tempi certi su missione. Patto Atlantico: "Impossibile". Frattini rilancia. Domani il voto alla Camera

Andrea Tempestini
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"Fissare in accordo con le Organizzazioni Internazionali ed i Paesi alleati un termine temporale certo, da comunicare al Parlamento entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico". E' la mozione unica sull'intervento italiano in Libia presentata da Pdl, Lega e Responsabili e firmata da Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli. Una posizione comune che se da un lato permetterà alla maggioranza di compattarsi ed evitare attriti, dall'altro rischia di scontrarsi con l'ultima dichiarazione del viceammiraglio Rinaldo Veri, responsabilie delle attività marittime della missione Unified Protector per la Nato: "La missione durerà il tempo che sarà necessario" e non è possibile in questo momento stabilire limiti temporali alle operazioni. E sulle polemiche che hanno riguardato l'uccisione del figlio di Gheddafi nel corso di un raid Nato su Tripoli: "Noi non attacchiamo individui. Tutti i nostri target sono militari". Una risposta, indiretta, ai dubbi già avanzati in mattinata dal premier Silvio Berlusconi, secondo cui se "la Nato avesse volutamente assassinato il figlio di Gheddafi si tratterebbe di un fatto gravissimo, perché l'omicidio non rientra tra i nostri obiettivi". FRATTINI: "FISSARE UN TERMINE" - Franco Frattini ha poi commentato l'indiretto giudizio alla mozione arrivato dal Patto Atlantico. "L'Italia cercherà con le organizzazioni internazionali e con gli alleati di fissare un termine per la missione in Libia - ha spiegato il ministro degli Esteri a margine di una conferenza stampa alla Farnesina -. Nessuno riuscirà a trovare altre strorie per mettere in difficoltà la maggioranza. Noi - ha concluso Frattini - abbiamo adottato un testo condivisibile", nel quale si afferma che "cercheremo con le organizzazioni internazionali, fino a prova contraria la Nato, e con gli alleati, di fissare un termine per la missione in Libia". LINEA COMUNE BOSSI-CAV - Decisivo, per l'accordo all'interno della maggioranza, il vertice a Palazzo Chigi. Al termine dell'incontro, è stato lo stesso Bossi ad annunciare: "Passa la mozione della Lega e la voterà anche Berlusconi, perché a noi va bene e a lui non va male". Concetto di fatto già esposto, in modo colorito, lunedì pomeriggio. Oggi, martedì 3 maggio, la mozione verrà discussa alla Camera e domani ci sarà il voto. Nell'Aula del Senato non ci sarà invece nessuna presentazione di mozioni, ma un semplice dibattito tra due settimane. A Palazzo Chigi, Berlusconi ha dettato la linea ai suoi: "Ora è il momento di essere uniti", ribadendo che sulla missione italiana contro Gheddafi il governo "non ha ceduto alle pressioni della Francia". Anche il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, aveva anticipato: "Abbiamo trovato un accordo sulla nostra mozione, sono state approtate della aggiunte e la Lega è assolutamente soddisfatta". I testi presentati a Montecitorio sono quattro: uno a testa per Idv, Terzo Polo, Pd e Lega Nord. Tutti, a parte quello di Di Pietro, chiedono in sostanza la stessa cosa: "Continuiamo la missione, coerentemente con la risoluzione Onu già approvata in Parlamento".  La stessa linea tenuta del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. DISTENSIONE - Lunedì, tra Pdl e Lega, c'erano stati importanti segnali di distensione. Prima le dichiarazioni di Berlusconi: "Trovo che la mozione del Carroccio possa essere condivisa. Non credo che ci saranno difficoltà per il governo". Quindi, in serata, aveva parlato anche Bossi: "Berlusconi non è scemo e non vota per far cadere il governo".

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