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Ue: "Schengen si può cambiare, ma in casi eccezionali. In Italia? Non c'è emergenza"

Immigrazione, la Commissaria Malmstrom avverte: "Non lasciamo soli Paesi di frontiera, ripartire responsabilità"

Andrea Tempestini
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"Schengen si può migliorare, discuteremo di un meccanismo di sospensione in circostanze straordinarie". Il commissario europeo agli Affari interni Cecilia Malmstrom procede ad una cauta apertura sul tema degli accordi su frontiere e migranti, ma subito arriva una doccia fredda per l'Italia, dove in queste settimane non si può parlare di emergenza. I migranti che hanno fatto domanda d'asilo, fino ad ora, sono circa 3mila: "Quindi - sentenzia la Malmstrom - non un flusso straordinario". Secondo la Malmstrom i 25mila tunisini di Lampedusa sono "migranti economici". Certo, continua, "una sfida per l'Italia e per la piccola Lampedusa" ma, ribadisce, "non si può parlare di importante flusso migratorio. In passato, in Europa, si sono visti flussi ben più significativi". Quindi, una brusca frenata alle richieste congiunte di Roma e Parigi. "Io difendo Schengen con le unghie e con i denti, è un grande successo e non bisogna rimetterlo in discussione", ha insistito la Malmstroem. "Schengen si basa sulla fiducia tra i Paesi membri. Se ci sono punti deboli, bisogna cercare di eliminarli". Una 'riforma' di cui si era iniziato a parlare a Bruxelles già a "in settembre, ottobre". Ma all'epoca, ha accusato la Malmstrom, "molti Paesi membri si sono espressi contro una valutazione di stampo più europeo". APPELLO ALL'UNIONE - Il commissario ha anche rivolto un appello all'Ue: "L'Unione non deve lasciare che gli Stati maggiormente esposti ai flussi migratori dal Nordafrica gestiscano da soli l'emergenza". E se la Commissione "non può imporre la solidarietà", tuttavia "è necessaria una migliore ripartizione delle responsabilità e un aumento della solidarietà a livello di Unione Europa". MAREA UMANA - Secondo le ultime stime di Bruxelles, sono 650mila le persone che hanno abbandonato la Libia per scappare dalla guerra e dalle violenze. Tutti i fuggitivi si sono rifugiati nei Paesi limitrofi, in particolare in Tunisia ed Egitto, e molti di questi sarebbero già stati aiutati a tornare nei Paesi di origine. Per quel che riguarda gli immigrati che hanno scelto come meta l'Europa, sono più di 25mila, soprattutto, anche in questo caso, provenienti dalla Tunisia: sono sbarcati, in particolare, sulle coste italiane (Lampedusa) e a Malta.

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