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"Gheddafi ci fa salpare": Vendetta del Colonnello

OIM: IN LIBIA CLANDESTINI COSTRETTI A PARTIRE PER L'ITALIA La ritorsione del rais: riempie le carrette del mare e ci fa invadere dai profughi. La testimonianza dell'Organizzazione: "Sulle navi anche i sopravvissuti a un naufragio. Mai sentito nulla di simile"

Andrea Tempestini
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La testimonianza spaventa, ma non fa altro che confermare quelli che erano i sospetti. I soldati di Muammar Gheddafi avrebbero costretto delle persone a salpare dalla Libia a bordo di un'imbarcazione diretta verso l'Italia e giunta a Lampedusa lo scorso fine settimana. Il Colonnello conosce bene problemi e nervi scoperti del nostro Paese, e quindi mette in scena la sua ritorsione per l'intervento militare appoggiato da Roma: ci riempie di clandestini. PERSONE COSTRETTE A SALPARE - La notizia è stata riferita da alcune testimonianze raccolte dall'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). I dettagli sono raccapriccianti, perché secondo quanto si è appreso, tra le persone costrette a partire per l'Italia, ci sarebbero stati anche i sopravvissuti a un naufragio, avvenuto la settimana precedente in prossimità delle coste libiche: il natante aveva a bordo tra le 500 e le 600 persone. "Siamo estremamente preoccupati per queste testimonianze provenienti da persone che affermano di essere state costrette dalle autorità o dai soldati libici a salire a bordo di una nave", ha spiegato a Ginevra il portavoce dell'Oim, Jean-Philippe Chauzy, che ha sottolineato come si tratti di imbarcazioni sovraccariche e che non sempre giungono a destinazione. "MAI SENTITO PRIMA" - "E' la prima volta che abbiamo registrato questo tipo di testimonianze", ha aggiunto il portavoce con preoccupazione. "Non hanno dovuto pagare la traversata, anche se prima di salire a bordo sono state spogliate dei loro averi, compresi i telefoni cellulari". Una volta giunti a Lampedusa, i clandestini avevano riferito di un'imbarcazione che trasportava tra le 500 e le 600 persone affondata, tra giovedì e venerdì, al largo della Libia. LA TESTIMONIANZA - In particolare una donna somala ha raccontato allo staff dell'Oim a Lampedusa (dove lunedì 9 maggio sono stati trovati tre cadaveri) di essere sopravvissuta insieme al suo bimbo di quattro mesi al naufragio del barcone. Lo ha riferito sempre l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. La donna ha raccontato come, dopo che la carretta del mare è affondata, ha nuotato fino alla costa tenendo stretto a sè il bambino. Poi è ripartita con il successivo barcone. "Quando era arrivata a Lampedusa era in stato di choc", ha riferito Daria Storia, operatrice dell'Oim a Lampedusa. "Era chiaramente disorientata e agitata quando abbiamo parlato con lei", ha aggiunto. Anche se i migranti hanno raccontato di aver visto persone che nuotavano verso la costa, non è ancora chiaro quanti siano riusciti a sopravvivere oltre alla donna somala e a suo figlio.

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