Danimarca apre breccia: "Schengen non vale più"

Andrea Tempestini

La Danimarca si mette di traverso all'Unione Europea, cede ai maldipancia cavalcati dalla formazione di estrema destra Ppd e sospende il trattato di Schengen. Quello che avrebbero voluto fare Italia e Francia per fronteggiare l'emergenza clandestini, cresciuta esponenzialmente in parallelo alla crisi libica. Il tema era stato discusso nel vertice di palazzo Madama tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkzoy, ma per due Stati che appartengono all'Eurozona i margini d'azione sono ridotti rispetto a quelli di Copenaghen. L'annuncio della Danimarca è stato riferito dal ministro delle finanze Claus Hjort Frederiksen, che ha sottolineato come fosse troppo alto il livello del crimine legato agli immigrati e ai trasfrontalieri. Dura la reazione di Bruxelles, con il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso che ha chiasto alle autorità danesi un "chiarimento così da poter analizzare le misure annunciate". "Deve essere chiaro - aggiunge la portavoce di Barroso - che la Commissione Ue non può e non accetterà mai ogni tentativo di depotenziare il trattato della Ue per quel che riguarda la libertà di circolazione all'interno dei confini europei sia dei beni sia delle persone". "ISPEZIONI DOGANALI" - "Abbiamo raggiunto un accordo per la reintroduzione delle ispezioni doganali alla frontiera danese il prima possibile", ha annunciato Frederiksen, secondo il quale i nuovi controlli entreranno in vigore entro "due, massimo tre settimane". Il ministro ha sottolineato l'importanza della decisione perché "negli scorsi anni abbiamo visto crescere i crimini trasfrontalieri, e questa scelta punta a frenare il problema. Costruiremo nuove strutture al confine danese-tedesco - ha aggiunto - con nuovi sistemi elettronici e di identificazione delle targhe auto". Il personale di dogana, ha indicato Frederiksen, sarà costantemente presenta anche sul ponte di Oeresund, che collega la Svazei alla Danimarca. CONTROLLI ALLE FRONTIERE - La scelta della Danimarca, che reintroduce i controlli di fronteiera con Germania e Svezia, arriva a poche ore dalla giornata di giovedì, in cui la Commissione europea dovrebbe proporre ai ministri dell'Interno della Ue un progetto per la reintroduzione temporanea dei controlli alle frontiere nazionali. In particolare, nel caso in cui uno stato europeo venga considerato "inadempiente" nella sorveglianza alle frontiere o di massicci afflussi di migranti. ROMANIA E BULGARIA - Il riferimento è alla Romania e alla Bulgaria, che hanno aderito nel 2007 all'Unione europea, ma ancora non fanno parte dello spazio Schengen: sperano di entrarci quest'anno. Diversi stati membri - in prima fila Germania e Francia - sono contrari all'ipotesi, sostenendo che i due paesi non dispongano di un sistema di sorveglianza adeguato. "Se la riforma viene adottata - ha spiegato il ministro dell'Interno tedesco, Hans-Peter Friedrich - si potrà accettare più facilmente un nuovo Paese nello spazio Schengen sapendo di avere la possibilità di reintrodurre i controlli nel caso di un grave problema".