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Preferenze amare: nel nome di Silvio si spiega il flop

A Milano un Berlusconi capolista. E dimezzato: 27,972 voti rispetto ai 52mila presi nel 2006. Delude Lassini, fermo a 872. Bisogna capire che cosa non ha funzionato

Giulio Bucchi
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Le preferenze non dicono tutto della sconfitta parziale di Letizia Moratti e del Pdl a Milano, ma spiegano qualche cosa. Per esempio, non c'è stato il tanto atteso effetto traino di Silvio Berlusconi. Il premier, in questa campagna elettorale, si è speso come non mai. Vuoi per motivi personali (leggi giudiziari), vuoi per motivi strategici o ragioni sentimentali, il premier ha trascorso molto tempo sotto il Duomo. Ultimo appuntamento  a sette giorni dal voto, con la kermesse ufficiale del Palasharp. "REFERENDUM" - Tutto perché, come ha spesso ripetuto il Cavaliere, questo voto era prima un referendum sul governo e solo poi un test amministrativo. Prova ne è il fatto che nella sua Milano Berlusconi ha voluto mettere il proprio nome come capolista a sostegno della Moratti. "Datemi 53mila preferenze, altrimenti la sinistra mi farà il funerale", aveva detto tra il serio e il faceto di fronte al popolo del Pdl. L'appello, però, è stato raccolto solo in parte: il presidente del Consiglio ha ottenuto 27.972 voti, risultato ottimo in assoluto ma deludente rispetto all'ultima tornata amministrativa del 2006, quando sempre a Milano il Cav aveva racolto come capolista di Forza Italia 52.577 preferenze. ALTRI DATI - E siccome le preferenze, come detto, spiegano qualcosa, ecco gli altri dati: in calo anche il vicesindaco Riccardo De Corato, fermo a quota 5.786, sintomo che il Pdl non ha conquistato gli entusiasmi dei milanesi. Buono (e in controtendenza) il risultato del leghista Matteo Salvini che ha ottenuto 8.913 voti. Meglio di lui solo Stefano Boeri, del Pd (numero 2 di Pisapia e superato dal candidato della sinistra alle primarie), scelto da 12.861 elettori. LASSINI - La frana del Pdl al primo turno, però, è confermata più di tutti da Roberto Lassini, l'uomo che con i manifesti "Via le Br dalle Procure" ha scatenato la polemica nazionale sulla giustizia e in qualche modo acceso la campagna elettorale Moratti-Pisapia. L'ex sindaco di Turbigo ha ottenuto soltanto 872 voti, contro una previsione che lo voleva oltre i 2.000. Tanto per fare un esempio, l'ex pidiellina Sara Giudice, passata a Futuro e Libertà dopo il caso Minetti, di preferenze ne ha pescate 1.028. Piazzatosi al 19esimo posto nella lista del Pdl, Lassini vede appeso il proprio destino alla Moratti: se al ballottaggio vincerà Letizia, potrebbe essere l'ultimo degli eletti o il primo degli esclusi. Se a diventare sindaco sarà invece Pisapia, Lassini saluterà la compagnia

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