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Il 'Chesterton Day' per riscoprire un autore sublime

A Roma un seminario per celebrare l'autore cattolico per eccelenza. Calvino di lui disse: "Avrei voluto essere il Chesterton comunista"

Andrea Tempestini
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"Ciò che non va nel mondo" è, più che altro, ciò che non va in noi, perché il mondo più giusto per discutere il male che ci affligge, è quello di chiedersi non ciò che c'è di sbagliato nel mondo, ma quel che vi è di giusto e di bello. Un paradosso? D'altronde lo ha scritto G.K.Chesterton, che di paradossi è stato – e resta – un maestro indiscusso e insuperato. Questo autore cattolico per eccellenza, per lunghi decenni scomparso dagli scaffali delle librerie e dalle liste dei libri più letti, in realtà oggi viene riscoperto dagli editori, ma le schiere dei suoi lettori, anzi, di coloro che ne hanno sviluppato una specie di dipendenza, non si sono mai ridotte, se non in Italia, in Europa e negli States, come dimostra il prestigioso Chesterton Institute della Seton Hall University e la Chesterton Review. Ma oggi si è celebrato un vero e proprio Chesterton Day a Roma, presso la meravigliosa sede della Civiltà Cattolica, la storica rivista dei gesuiti, con la collaborazione di Rubettino Editore e l'Associazione BombaCarta, con un seminario animato da numerosi e qualificati interventi coordinati dal Prof. Andrea Monta - Docente della Pontificia Università Gregoriana. A seguire una Tavola Rotonda con moderatore P. Antonio Spadaro S.I. di Civiltà Cattolica. E il tema portante del seminario è stato proprio la “lettura” del grande scrittore su quel che non va nel mondo, titolo di un suo importante saggio, introdotto da Padre Ian Boyd, presidente del Chesterton Institute, il quale ha messo in rilievo un concetto-base dell'analisi chestertoniana: "L'eresia moderna per lo scrittore è un mancato rispetto del carattere sacro della persona umana".  Cosa c'è davvero di sbagliato nel mondo, al tempo di Chesterton come ai nostri giorni, cosa può fare davvero male, si è chiesto padre Spadaro. Togliere il senso della meraviglia, dello stupore, cancellare l'idea che la vita  è un'avventura che suscita continua sorpresa e umile gratitudine, che la famiglia è un'autentica rivoluzione. Non c'è gioia maggiore di quella del puro “esserci”, perché, come ricordava Borges citando il suo maestro inglese: “Tutto passerà, resterà solo lo stupore, lo stupore per le cose quotidiane”. Vale pena, allora, di tornare a tuffarsi nelle pagine di questo scrittore che non si ama soltanto, ma chi ti inchioda, ti accompagna, ti salva la vita, come hanno raccontato alcuni dei partecipanti al Chesterton Day. E di cui  uno come Italo Calvino ha detto una volta: "Avrei voluto essere il Chesterton comunista". di Caterina Maniaci

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